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Cronaca San Felice a Cancello

Favori ai politici per gli interessi dei clan di camorra

Focus sul Comune di San Felice a Cancello nella relazione della Dia

Il Comune di San Felice a Cancello, sciolto per infiltrazioni camorristiche, era "asservito alle logiche delle consorterie localmente egemoni". Sono queste le parole utilizzate dalla Direzione Investigativa Antimafia nella sua relazione semestrale.

La Dia ha ribadito come la fase preelettorale nei comuni sciolti per mafia, tra cui proprio l'ente sanfeliciano, "diventa, così, prodromica alla possibilità di poter pilotare l’assegnazione degli appalti, rispetto ai quali si colgono delle significative ricorrenze sia in ordine alle procedure adottate che alla tipologia. Rispetto alle prime, tutte le consorterie hanno utilizzato indistintamente il sistema dell’affidamento diretto dei lavori (in molti casi giustificato con ordinanze di somma urgenza) ad un ristretto numero di ditte, con elusione dei principi di trasparenza. Si tratta dell’escamotage più immediato per favorire, attraverso la corruzione dei pubblici funzionari, le imprese mafiose, altrimenti escluse dalle normali procedure di assegnazione".

Poi il focus su San Felice, con poche ma significative righe. "Significative, in proposito, le motivazioni alla base dello scioglimento del Comune di San Felice a Cancello, che evidenziano come l’attività dell’Amministrazione comunale sia stata segnata da “gravissimi e reiterati fenomeni corruttivi tali da costituire un vero e proprio "sistema illegale" caratterizzato dal costante asservimento delle risorse pubbliche al tornaconto personale di esponenti dell’apparato politico e burocratico dell’ente in un contesto inquietante di commistione con gli interessi delle consorterie localmente egemoni".

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