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Cronaca

L'imprenditore boss Piccolo si pente e fa tremare i Quaqquaroni

L'annuncio del pm Raffaele della Dda nel corso del processo alle nuove leve del clan

Un altro pentimento eccellente nel gruppo camorristico dei Piccolo-Letizia di Marcianise. Ha iniziato a collaborare con la giustizia l'imprenditore Agostino Piccolo, cugino del capoclan Achille Piccolo (fu Angelo). Lo ha annunciato il pubblico ministero Francesco Raffaele della Dda nel corso della prima udienza preliminare per le estorsioni del neo costituito sodalizio guidato proprio da Agostino Piccolo a cui sarebbero state passate le redini del clan dopo la maxi retata di qualche anno fa che aveva di fatto azzerato i "Quaqquaroni". 

Da quanto si apprende, Piccolo avrebbe iniziato a collaborare con gli organi inquirenti già da luglio anche se la notizia non è trapelata. I suoi familiari sono stati trasferiti da Marcianise in località protetta solo una settimana fa, poco prima dell'inizio del processo davanti al gup Fabio Provvisier del tribunale di Napoli, sede in cui è stata reso noto l'inizio della collaborazione. 

Un pentimento che segue quello di Primo Letizia, tra i vertici della cosca che per anni ha contrastato ai Belforte l'egemonia del comprensorio di Marcianise dando vita ad una vera e propria guerra di camorra con decine di vittime da una parte e dall'altra. Un contesto criminale nel quale la collaborazione di Piccolo apre nuovi scenari. Imprenditore edile, 42 anni ed incensurato. Fino allo scorso aprile il nuovo collaboratore di fatto era sconosciuto alle cronache giudiziarie. 

Eppure, proprio per il suo legame di sangue con i vertici del clan, ad Agostino Piccolo sarebbe stato affidato il compito di guidarlo quando il lavoro della magistratura lo aveva praticamente decapitato a suon di arresti e condanne. Ed in tal senso le dichiarazioni di Piccolo - che ha vissuto sempre 'fuori' dal carcere - potrebbero avere un peso e coprire un ventennio di affari illeciti, o almeno di conoscenza degli stessi. 

Le sue prime propalazioni, comunque, finiranno nel procedimento a carico di quelli che sarebbero i suoi sodali: Amedeo Belvisto, 60 anni; Salvatore Letizia, 41 anni; Gaetano Monica, 22 anni; Pasquale Regino, 40 anni; Antonio Ottavio Sorbo, 56 anni; Gaetano Viciglione, 21 anni (libero). A novembre si torna in aula. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati: Mariano Omarto, Mirella Baldascino, Pasquale Barbato, Bernardino Lombardi e Francesco Liguori. 

Secondo quanto emerso dalle indagini, Agostino Piccolo avrebbe dato indicazioni sui commercianti da sottoporre ad estorsione a Francesco Piccolo (deceduto) e a Gaetano Monica. I due scagnozzi così si sarebbero presentati a commercianti ed imprenditori per chiedere la tangente per il clan. "Sono il compariello di Agostino", era il biglietto da visita. E chi non pagava subiva intimidazioni. E' accaduto al titolare di una concessionaria d'auto che dopo aver rifiutato la richiesta di pizzo si è ritrovato con la vetrina dell'autosalone danneggiata da colpi di pistola. 

Non solo le tangenti per la 'protezione'. Il proprietario di un negozio di scarpe pagava il clan in calzature di marca: "Può capitare che, all'improvviso, ci prendiamo 3,4,5 paia di scarpe ... perché se poi qualcuno vi dà fastidio non ci sono problemi, facciamo noi da garanzia". Stessa sorte è toccata al titolare di un altro autosalone costretto a dare una vettura. Tra le imprese sottoposte ad estorsione anche quella della raccolta rifiuti che avrebbe versato per almeno 3 anni la somma di 2-3mila euro nei periodi antecedenti le festività di Pasqua e Natale. 

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