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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Figlio del ras ucciso in discoteca, spunta la lettera della moglie di Sandokan a Iovine

Il retroscena rivelato da Nicola Schiavone: “Non escludo sia a conoscenza di ulteriori dettagli sulla vicenda ma Della Gatta non fu ucciso per l’omicidio Amato”

Sul mancato coinvolgimento di Walter Schiavone e di Michele Della Gatta nell'omicidio di Carlo Amato - il figlio del ras di Santa Maria Capua Vetere Salvatore Amato, avvenuto in una discoteca nel corso del Mak P del liceo Amaldi nel marzo del 1999 - Nicola Schiavone non ha dubbi. Il figlio di Francesco Sandokan lo ha riferito nei verbali che sono finiti nel fascicolo del processo per il delitto proprio di Michele Della Gatta per il quale la Dda ha chiesto l'ergastolo per Michele Zagaria e Vincenzo Schiavone 'petillo' e 10 anni per Antonio Iovine.

Walter Schiavone, secondo la ricostruzione di suo fratello Nicola, sarebbe stato "distante rispetto al punto in cui si innescò la rissa" mentre Della Gatta "durante l'azione omicidiaria si trovava con me assolutamente defilato". Dopo quell'uccisione il nome di Walter Schiavone passò di bocca in bocca al punto che lo stesso ras Salvatore Amato manifestò apertamente la volontà di vendicare la morte del figlio sia collaborando con gli inquirenti sia cercando tra gli affiliati alla sua sfera criminale un appoggio armato per uccidere i figli di Sandokan. Per questo Nicola Schiavone non ne parlò con il fratello anche se non esclude che "mia madre (Giuseppina Nappa nda) sia a conoscenza di maggiori dettagli sul punto né escludo che la stessa possa aver scritto in una lettera o possa aver comunicato a Iovine, anche attraverso sua moglie, le sue preoccupazioni in ordine alla ventilata responsabilità di mio fratello Walter", ha chiarito Nicola Schiavone.

Una ricostruzione che sarebbe compatibile con quella proprio di Antonio Iovine che ha riferito che il movente del delitto fosse riconducibile alla necessità di "salvaguardare i figli di Francesco Sandokan" sia da parte sua che di Michele Zagaria. Ma Nicola Schiavone fornisce un ulteriore dettaglio sul movente del delitto: "Che Michele Della Gatta sia stato ammazzato per aver preso parte all'omicidio di Carlo Amato è solo un pretesto di cui si è servito Antonio Iovine per celare le motivazioni reali che sono legate invece ad un altrerco tra Della Gatta" e due persone molto vicine proprio a Iovine. La madre di uno dei due aggrediti, ha riferito Schiavone: "lo ospitava nella sua abitazione o comunque gli forniva appoggio all'occorrenza". Iovine avrebbe ritenuto che quell'aggressione da parte di Della Gatta "costituisse un affronto verso di lui" e per questo "ne decretò la morte". 

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