Il monopolio dei Casalesi sui lavori Enel, 3 arresti. Sequestrate società per 2,5 milioni
Ricostruito il business degli Iannone. Dopo l'interdittiva hanno continuato a lavorare con intestazioni fittizie e imponendo maestranze e macchinari ad un'altra azienda
Le mani dei Casalesi sugli appalti per i lavori di interramento dei cavi elettrici dell'Enel. Tre persone sono state arrestate con l'accusa di concorso esterno al gruppo Schiavone-Zagaria, estorsione, trasferimento fraudolento di valori e impiego di denaro di provenienza illecita. In manette sono finiti Giuseppe Iannone, 65 anni, suo figlio Mario, di 38 anni (entrambi in carcere) e Mario Pellegrino, 43 anni genero di Giuseppe (finito ai domiciliari).
Le indagini, svolte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta e coordinate dalla Dda di Napoli, hanno permesso di ricostruire il business di Giuseppe Iannone che dagli anni '90, avvalendosi della forza di intimidazione del clan dei Casalesi, aveva conseguito la gestione quasi monopolistica degli appalti pubblici nell’agro aversano nell’ambito del settore degli scavi e di posa in opera di cavi elettrici per conto dell’Enel, attraverso le società Alba 90 srl, Siep Costruzioni ed Elettrolima.
Dopo che nel 2017, la società Alba 90 era stata raggiunta da interdittiva antimafia, Iannone aveva intestato fittiziamente la Siep Costruzioni (mera prosecuzione della Alba 90) al genero Mario Pellegrino e successivamente, la Elettrolima al figlio Mario Iannone e alla nuora Giustina Amato (non colpita da misura cautelare), continuando ad operare negli appalti per conto di Enel in violazione della normativa antimafia.
Inoltre, i tre arrestati avrebbero minacciato i titolari della Cebat, ditta appaltatrice per la manutenzione delle linee aeree e interrate in media e bassa tensione nella provincia di Caserta per gli anni 2017-2019, imponendo loro le maestranze e i mezzi delle ditte a loro riconducibili, estromettendoli, di fatto, dall’appalto in questione, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo mafioso. Mario e Giuseppe Iannone avrebbero poi impiegato nella gestione economica delle loro società i proventi dell'attività estorsiva ai danni della Cebat.
Oltre agli arresti i carabinieri hanno sequestrato società e conti correnti riconducibili agli indagati ed aventi un valore di circa 2 milioni e mezzo. Sotto chiave sono finite l'Elettrolima srl, con sede legale a San Marcellino, la Igm Costruzioni, sempre di San Marcellino, e la Siec Immobiliare, con sede a Cavezzo in provincia di Modena.