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Cronaca Pignataro Maggiore

Il Riesame ha deciso: il figlio del boss resta in carcere

Respinta la richiesta di scarcerazione per Raffaele Antonio Ligato

Resta in carcere Raffaele Antonio Ligato, il figlio del boss Raffaele Ligato, coinvolto insieme ai fratelli Pietro, Felicia nonché Fabio Papa nell'operazione dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta unitamente ai colleghi del Comando Compagnia di Capua poiché ritenuti gravemente indiziati dei reati di estorsione, tentata estorsione e di lesioni personali, aggravati dalla finalità di agevolare il clan camorristico “Lubrano-Ligato” egemone nel comune di Pignataro Maggiore.

La Decima Sezione del Riesame del tribunale di Napoli ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il figlio del boss( recluso presso la casa circondariale di Novara). I provvedimenti restrittivi che attinsero i 4 indagati hanno costituito il risultato di un’intensa attività investigativa, avviata nel mese di agosto e condotta attraverso un’ampia piattaforma tecnica ed una mirata attività esterna di riscontro, che ha consentito di disvelare la realizzazione di condotte estorsive decennali compiute, sin dal 2007, nei confronti di imprenditori operanti nel settore delle onoranze funebri in Pignataro Maggiore, i quali, subendo azioni intimidatorie, corrispondevano la somma di euro 3000 mensili; accertare il compimento di un’ulteriore estorsione ai danni di un imprenditore di Pastorano, al quale si imponeva la consegna di un lotto del cimitero di Pignataro Maggiore oppure la somma di 18000 euro; documentare come gli indagati, per affermare la supremazia sull’area di influenza, non abbiano esitato a fare ricorso ad atti intimidatori e/o violenti, così come accaduto nei confronti di un 56enne di Pignataro Maggiore operaio in una ditta di traslochi, aggredito per futili motivi con l’utilizzo di spray urticante ed un tirapugni.

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