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Cronaca San Marcellino

Il monopolio dei Casalesi sui lavori Enel, scarcerati 3 imprenditori

Il tribunale del Riesame annulla l'ordinanza nei confronti di Giuseppe Iannone, di suo figlio e del genero

Scarcerati Giuseppe Iannone, suo figlio Mario Iannone ed il genero Mario Pellegrino accusati a vario titolo di concorso esterno al gruppo camorristico Schiavone-Zagaria, estorsione, trasferimento fraudolento di valori ed impiego di denaro di provenienza illecita.

È quanto stabilito dalla 12^Sezione del Riesame di Napoli presieduta dal giudice Francesco Cananzi accogliendo l'istanza di riesame presentata dall'avvocato Ferdinando Letizia avverso l'ordinanza impositiva di misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli il 30 giugno scorso.

Dalle indagini svolte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta e coordinate dalla Dda di Napoli è stato ricostruito il business di Giuseppe Iannone che dagli anni '90 avvalendosi della forza di intimidazione del clan dei Casalesi aveva conseguito la gestione quasi monopolistica degli appalti pubblici nell'Agro Aversano nell'ambito del settore degli scavi e della posa in opera di cavi elettrici per conto dell'Enel attraverso le società Alba 90 srl, Siep Costruzioni ed Elettrolima.

Dopo che nel 2017 la società Alba 90 era stata raggiunta da interdittiva Antimafia Iannone aveva intestato fittiziamente la Siep Costruzioni, mera prosecuzione dell'Alba 90, al genero Mario Pellegrino e successivamente la Elettrolima al figlio Mario ed alla nuora Giustina Amato continuando  ad operare negli appalti per conto dell'Enel in violazione della normativa Antimafia.

Secondo gli inquirenti i tre imprenditori congiunti avrebbero poi minacciato i titolari della Cebat, ditta appaltatrice per la manutenzione delle linee aeree ed interrate in media e bassa tensione nella Provincia di Caserta per gli anni 2017-2019 imponendo loro maestranze, mezzi delle l imprese a loro riconducibili estromettendoli dagli appalti avvalendosi del sodalizio con il clan dei Casalesi. Giuseppe e Mario Iannone avrebbero poi impiegato nella gestione economica delle loro società i proventi dell'attività estorsiva ai danni della Cebat. Il particolare legame di Giuseppe Iannone con il gruppo camorristico è stato evidenziato da pentiti di primo ordine come Nicola Schiavone e Giuseppe Misso.

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