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Cronaca Casapesenna

Da gregario ad intoccabile: il “colletto bianco” di Zagaria davanti al giudice

Fissato l’interrogatorio di garanzia per l’imprenditore Giuseppe Diana

Fissato l'interrogatorio di garanzia per l'imprenditore Giuseppe Diana arrestato con l'accusa di essere un esponente del clan dei Casalesi. Giovedì al carcere di Secondigliano dove si trova ristretto Diana, accompagnato dal suo avvocato, l'avvocato Guido Diana, potrà rispondere alle domande del gip Colucci ed eventualmente chiarire la propria posizione sulle accuse pesantissime che la Dda ha mosso nei suoi confronti.

Un'indagine lunga che copre un arco temporale di ben 11 anni ripercorrendo le tappe della presunta carriera criminale di Diana, alias Peppe 'o Biondo, passato dall'essere un gregario vicino al capoclan Michele Zagaria fino a diventare un 'colletto bianco' intoccabile e determinante nello scacchiere degli affari del clan dei Casalesi, dal business delle slot machines (gestito da Diana insieme al cugino Giovanni Garofalo) fino all'edilizia, con appalti e commesse in Toscana ed Emilia Romagna. Una montagna di accuse su cui ora l'imprenditore potrà difendersi.

E proprio dall'inchiesta Minerva della Dda di Firenze - sul business delle fatture false in Toscana - che l'indagine della Dda di Napoli prende le mosse. Parte dei proventi dei soldi 'ripuliti' sarebbe tornata nelle casse del clan e nel mirino ci sono anche le commesse dell'impresa edile di Diana, marito di una nipote diretta proprio del capoclan Michele Zagaria. Un vero e proprio puzzle in cui hanno assunto un ruolo decisivo le nuove dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Francesco Zagaria, alias Ciccio e Brezza, Mario Iavarazzo ed Attilio Pellegrino che hanno permesso di sbrogliare la matassa e far luce sul ruolo di Diana all'interno del clan dei Casalesi.

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