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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Camorra a Caserta, l'inchino della Madonna al boss: "Deve baciare la casa"

La processione costretta a deviare nella stradina privata testimonia il potere riconosciuto alla famiglia Della Ventura

L'inchino alla casa del boss ed i fuochi di artificio. E' questa una delle circostanze emerse nell'inchiesta sui Della Ventura che testimonierebbero, ad avviso degli inquirenti della Dda, il potere di Michele Maravita sul territorio ed il rispetto riconosciuto alla famiglia, referente dei Belforte sul Capoluogo. 

Era la suocera di Maravita, Concetta Buonocore, moglie del boss Antonio Della Ventura, a tenerci particolarmente al passaggio dell'icona sacra. Ci teneva al punto che "quando è arrivato questo nuovo prete - rivela lo stesso Maravita in un'intercettazione - non sapeva che doveva portare la Madonna a casa loro e, dice che la suocera il giorno della processione, ha preso l'auto e fermato la processione e l'ha obbligata ad entrare a casa loro e dice che poi successivamente è andata a parlare con il prete e ha contribuito a far costruire il campo di calcetto dietro la chiesa". 

I preparativi fervono. Il giardino di casa viene reso lindo e pinto e Maravita dice che "la processione entra nella strada privata perchè la Madonna deve baciare casa sua". In un distributore di benzina, Maravita incontra tale Mimmo al quale allunga la quota per il disturbo: 100 euro. Spiccioli per il rampollo, abituato a macchine di lusso e week end a Montecarlo in alberghi da 2200 euro a notte. 

Arriva la data tanto attesa. Il 23 giugno 2017 la tradizione si ripete. Il corteo devia dal suo percorso per andare nella stradina privata che porta a casa Della Ventura. Una sosta lunga, circa 20 minuti, immortalati dalle telecamere di videosorveglianza poste dinanzi alla stradina di accesso. 

Intanto sono stati fissati gli interrogatori con gli indagati che dovranno sfilare dinanzi al gip Emilia Di Palma del tribunale di Napoli per chiarire la propria posizione. L'interrogatorio si terrà in modalità telematica. Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Nello Sgambato, Alfonso Iovino, Enrica Alifano e Michele Di Fraia.

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