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Cronaca Maddaloni

Droga e camorra: chiesto il processo per 19

Fissata l'udienza preliminare per le piazze di spaccio gestite dal clan Belforte

Spaccio di droga per i Belforte a Maddaloni. E' questa l'accusa per la quale il giudice per le indagini preliminari Roberta Attena ha disposto il rinvio a giudizio a carico di 19 persone. Fissata l'udienza preliminare con gli imputati che dovranno comparire dinanzi al giudice alla fine di ottobre. 

Rischiano di finire sotto processo: Giuseppe Antelli, 50enne di Afragola; Luigi Belvedere, 26enne di Caserta; Pietro Belvedere, 30enne di Maddaloni; Antonietta Bernardi, 51enne di Arienzo; Vincenzo Cecere, 54enne di Santa Maria Capua Vetere; Erna D’Aiello, 47enne di Neckarelz (Germania); Antonio Esposito, 40enne di Maddaloni, alias 'o Sapunaro; Michele Farina, 27enne di Maddaloni; Orazio Gagliardi, 24enne di Maddaloni, già detenuto; Giuseppe Madonna, 26enne di Maddaloni; Antonio Mastropietro, 40enne di Maddaloni; Antonio Padovano, 41enne di Maddaloni; Fabio Romano, 28enne di Maddaloni; Maria Schiavone, 33enne residente a Maddaloni; Antonietta Stefanelli, 43enne di Maddaloni; Antonio Tagliafierro, 29enne di Maddaloni; Mariano Tagliafierro, 22enne di Maddaloni; Biagio Tedesco, 26enne di Maddaloni; Aniello Zampella, 19enne di Caserta.

L'inchiesta nella quale restarono coinvolti, coordinata dal pm della Dda Luigi Landolfi, iniziò dall'omicidio di Daniele Panipucci. Nell’ambito delle attività investigative sono stati acquisiti elementi atti a dimostrare la perdurante esistenza, sul territorio di Maddaloni, di un’associazione per delinquere finalizzata all’approvvigionamento e allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e crack e il “controllo” operato sulla commercializzazione degli stupefacenti, dapprima guidata da Antonio Esposito, nella sua veste di reggente del locale sodalizio di stampo camorristico e poi da Antonio Mastropietro, che assumeva la gestione del clan dopo l’arresto di Esposito del 31 agosto 2016, (per il reato di lesioni gravi ai danni di un altro pregiudicato), ai quali, i singoli spacciatori, per l’esercizio delle attività di spaccio sul territorio maddalonese, erano costretti a versare varie somme di danaro oltre a sostanze stupefacenti destinate al loro consumo personale.

L'inchiesta ha consentito di individuare le maggiori piazze di spaccio maddalonesi e ricostruire le modalità di funzionamento della commercializzazione al dettaglio delle droghe, confermando, ancora una volta, la centralità del Rione IACP di via Feudo 54, sede di ben tre gruppi di spaccio facenti capo rispettivamente a Fabio Romano, alla famiglia Gagliardi/Bernardi e alla famiglia Zampella/Stefanelli.

Le investigazioni, inoltre, hanno palesato le attività di spaccio del gruppo facente capo ad Antonio Padovano che, benché detenuto agli arresti domiciliari, non ha esitato a coinvolgere nelle attività di approvvigionamento e spaccio l’intera famiglia, compresa la moglie, all’epoca incinta, la sorellastra, nonché la nipote minorenne e il suo fidanzato. Il gruppo facente capo a Padovano aveva come canale di approvvigionamento dello stupefacente il casertano Luigi Belvedere, pregiudicato per reati in materia di stupefacenti, il quale, per il tramite del cugino Pietro Belvedere, riforniva quotidianamente di cocaina il gruppo di Padovano per le successive operazioni di spaccio al dettaglio.

Nel collegio difensivo saranno impegnati gli avvocati Nello Sgambato, Aldo Tagliafierro, Stefano Alessandrelli, Clemente Crisci, Vincenzo Domenico Ferraro, Pietro Romano, Claudio Sgambato, Michele Ferraro e Mario Mangazzo

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