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Cronaca San Cipriano d'Aversa

Il boss Di Puorto "cane sciolto" dei Casalesi in Emilia Romagna

Per i giudici della Cassazione l'estorsione commessa ai danni di un imprenditore è slegata dal clan

Il boss dei Casalesi Sigismondo Di Puorto come un "cane sciolto" in Emilia Romagna. E' quanto messo nero su bianco dai giudici della Corte di Cassazione che hanno respinto il ricorso presentato dal legale Giuseppe Stellato per di Di Puorto, 46 anni di San Cipriano d'Aversa, che aveva chiesto l'applicazione della continuazione della pena tra due sentenze emesse dalle Corti d'Appello di Bologna e Napoli.

Con la prima sentenza Di Puorto venne condannato per avere commesso, in Modena e provincia, tra il dicembre 2008 e gennaio 2009, estorsioni aggravate dal metodo mafioso "avendo speso il nome del clan dei Casalesi per indurre la vittima a cedere danaro e la proprietà di autovettura". Con la seconda sentenza Di Puorto venne condannato per associazione di stampo mafioso, per la sua appartenenza al clan dei Casalesi - fazione Schiavone, quale referente per l'agro aversano, nonché per il territorio di Modena e dell'Emilia Romagna.

Per i giudici del Palazzaccio ciò "non è però sufficiente per "presumere" che al momento dell'instaurazione del rapporto associativo fosse stata programmata la condotta estorsiva ai danni di (un imprenditore nda) commessa fra il mese di dicembre 2008 e quello di gennaio 2009; non vi è evidenza nelle sentenze di merito che tali atti fossero stati commessi in esecuzione di mandato conferito dal reggente del clan dell'epoca".

In altre parole Di Puorto avrebbe agito autonomamente e slegato dal contesto del sodalizio camorristico limitandosi a "spendere il nome del clan dei Casalesi" per commettere l'estorsione. 

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