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Cronaca Marcianise

Confiscati oltre 250mila euro al ‘professore’ del clan Belforte

Misura di prevenzione contro Trombetta, indicato dai collaboratori di giustizia come trade union nella riscossione delle tangenti

Confiscati beni per un valore di oltre 250mila euro ad un affiliato al clan Belforte, il sodalizio camorristico attivo nell'area di Marcianise e zone limitrofe. Il personale della Divisione Anticrimine della Questura di Caserta e del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Caserta ha dato esecuzione al decreto di confisca di prevenzione emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (sezione per l'applicazione misure di prevenzione), su proposta avanzata dal questore di Caserta Antonio Borrelli, nei confronti di Roberto Trombetta, 56 anni di Casagiove, allo stato detenuto, già di professione insegnante, ritenuto appartenente ai “Mazzacane”.

La confisca

Contestualmente, nei confronti del 56enne, è stata disposta la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di 2 anni e 6 mesi, in quanto ritenuto portatore di pericolosità sociale qualificata. In particolare, con il provvedimento è stata disposta la confisca di un appartamento sito a Marcianise, nonché il sequestro e la contestuale confisca di 115.200 euro. In totale dunque una confisca di beni per un valore stimato di oltre 250mila euro.

Le indagini

L'esecuzione di tale misura di prevenzione rappresenta l'epilogo della complessa e articolata attività investigativa che ha permesso di ricostruire gli asset patrimoniali e finanziari nella disponibilità, diretta e indiretta (tramite i suoi familiari), di Roberto Trombetta, acquisiti con i proventi delle attività illecite commesse nel tempo. Infatti, il 56enne è stato condannato, con sentenza definitiva inflitta dalla Corte di Appello di Napoli il 27 novembre 2018, alla pena di 9 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa e altro.

I collaboratori di giustizia

Diversi sono stati i collaboratori di giustizia le cui dichiarazioni sono state convergenti nell’indicare il 56enne come trade union nella riscossione delle tangenti, tra il clan e gli imprenditori taglieggiati. Le attività investigative svolte hanno, quindi, complessivamente dimostrato come Roberto Trombetta abbia tratto vantaggio, negli anni, dalla collusione con il clan Belforte, beneficiando di una cospicua ricchezza da ritenersi all'origine inquinata e, pertanto, sottoponibile a sequestro e confisca di prevenzione.

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