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Cronaca Sparanise

L’ombra della camorra in Comune: il ministro manda la commissione d’accesso

Mandato di 3 mesi per far luce sulle infiltrazioni della malavita in Municipio dopo l'inchiesta sul sindaco

L'ombra della camorra aleggia ancora nel Comune di Sparanise: il Ministero dell'Interno nomina la commissione d'indagine per l'accesso.

L'organo è giunto presso il Comune di Sparanise per verificare la sussistenza di ulteriori tentativi di infiltrazione e collegamenti con la criminalità organizzata nel contesto dell'amministrazione del Comune di Sparanise. A presiedere tale commissione il vice prefetto Vincenzo Lubrano. Tale commissione è composta da ufficiali della guardia di finanza, dei carabinieri e della polizia di Stato, da referenti della Direzione Distrettuale Antimafia nonché un funzionario del provveditorato delle Opere Pubbliche. La commissione d'accesso ha un mandato della durata di 3 mesi prorogabili una sola volta per ulteriori 3 mesi.

L'insediamento della commissione presso il Comune di Sparanise è legato alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto il primo cittadino Salvatore Martiello. Il sindaco infatti lo scorso dicembre finì nel mirino della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Direzione Distrettuale Antimafia insieme ad altre 19 persone appartenenti al panorama politico nonché tecnici comunali e imprenditori del terzo settore per i reati di corruzione, turbativa d'asta, concussione, intestazione fittizia, emissione di fatture false per operazioni inesistenti aggravati dall'agevolazione mafiosa.

Nell'operazione coordinata dalla Dda e condotta dagli agenti della Squadra Mobile di Caserta finirono gli appalti per il conferimento di servizi di assistenza per minori nei comuni di Caserta, Teano, Sparanise oltre all'Asl casertana. Per i magistrati della Dda i politici ed i funzionari pubblici avrebbero messo a disposizione il loro ruolo e la loro funzione pubblica relazionandosi con esponenti del clan dei Casalesi inseriti di volta in volta negli enti pubblici coinvolti. L'attività investigativa si concentrò sulla costituzione di cooperative del terzo settore con le competenti amministrazioni comunali già colluse con la criminalità organizzata. 

A tessere la tela di questo intricato intreccio c'era Eufrasia Del Vecchio detta Esia di fatto 'commercialista' ma ben più celebre per essere la sorella di Carlino Del Vecchio. Per gli inquirenti Esia era la vera mente delle cooperative al soldo del clan facenti capo alla sua famiglia storicamente legata al clan dei Casalesi.

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