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Cronaca Capua

Camorra in Comune, ex sindaco ed assessori scelgono l’abbreviato

Rito alternativo anche per Zagaria, il dirigente Greco e i cugini imprenditori Verazzo

Rito abbreviato per l'ex sindaco di Capua Carmine Antropoli e gli ex assessori Marco Ricci e Guido Taglialatela. L'istanza è stata depositata nel corso del processo 'bis' sulle infiltrazioni del clan dei Casalesi a Capua la cui udienza preliminare è in corso dinanzi al gup Fabio Provvisier del tribunale di Napoli.

Con Antropoli, Ricci e Taglialatela procederanno con abbreviato l'imprenditore Francesco Zagaria, oggi collaboratore di giustizia; gli imprenditori di Casal di Principe Francesco e Giuseppe Verazzo, il dirigente comunale Francesco Greco e Luca Diana, quest'ultimo ritenuto collaboratore di Zagaria. Rito ordinario, invece, per Alfredo Maria Cenviti (difeso da Vittorio Giaquinto), Domenico Farina (difeso da Giovanni Cantelli) e Domenico Pagano (difeso da Giuseppe Stellato). Ha concordato la pena con patteggiamento Andrea D'Alessandro, il banchiere amico di Zagaria, difeso da Ferdinando Letizia. La pena proposta e accettata dal pm è di due anni, con il beneficio della sospensione.

Si torna in aula a inizio marzo per la requisitoria del pm Maurizio Giordano. Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Mauro Iodice, Gerardo Marrocco, Marco Campora, Vincenzo Alesci, Domenico Pigrini, Emanuele Diana, Emiliano De Ruggiero, Guglielmo Ventrone e Lorenzo Caruso.

Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione camorristica (Zagaria e Pagano), concorso esterno al clan dei Casalesi (Greco, Farina ed i Verazzo), turbata libertà degli incanti aggravata dalla finalità mafiosa, abuso d'ufficio, corruzione e riciclaggio. L'inchiesta della Dda è scattata in seguito alle dichiarazioni di pentiti di primo piano tra cui Francesco Zagaria, Nicola Panaro e Nicola Schiavone che hanno svelato agli inquirenti il sistema che coinvolgeva tecnici, politici ed imprenditori per affidare appalti a imprese legate al clan, in particolare alle fazioni Zagaria e Schiavone. In particolare è emerso uno spaccato tanto collaudato quanto inquietante con la longa manus del clan che offriva appoggio elettorale ai politici in cambio dei lavori a Capua.

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