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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Casapesenna

Messaggi dal 41 bis, Zagaria sotto torchio del pm: "Solo vicende personali e familiari"

Il capoclan si è sottoposto ad un lungo esame da parte dell'Antimafia. Nel fascicolo dei giudici le 'intese di sguardi' con sua sorella

Si sarebbe trattato solo di normali colloqui su vicende personali e familiari. Questa la versione del boss dei Casalesi Michele Zagaria, accusato di aver continuato a reggere le redini del clan dei Casalesi, anche dopo il suo arresto, attraverso messaggi 'criptici' alla sorella durante i colloqui ma anche durante i suoi interventi nei processi che lo vedono coinvolto.

Zagaria, dinanzi al tribunale di Napoli Nord, si è sottoposto all'esame del pubblico ministero della Dda Maurizio Giordano, respingendo le accuse mosse dall'Antimafia. Un esame durato circa due ore e mezza in cui Michele 'Capastorta' ha chiarito, o almeno ha provato a farlo, una serie di circostanze emerse durante i colloqui al carcere di Tolmezzo dove era detenuto. Conversazioni, a suo dire, di carattere personale e familiare: "Mi preoccupavo del loro stato di salute e loro si preoccupavano del mio", ha detto davanti alla Corte normanna.

All'esito delle dichiarazioni di Zagaria i giudici hanno dichiarato la chiusura dell'istruttoria dibattimentale. Si torna in aula la prossima settimana per la requisitoria del pubblico ministero. Poi toccherà ai difensori di Zagaria, gli avvocati Paolo Di Furia ed Emilio Martino.

Secondo l'accusa Zagaria avrebbe impartito ordini dall'interno del carcere sia durante i colloqui in carcere sia attraverso i videocollegamenti durante i processi a cui partecipa e durante i quali spesso e volentieri il capoclan prende la parola. In particolare nel mirino degli inquirenti è finita una frase: "rispetto i miei coimputati" proferita dal boss dei Casalesi durante un'udienza in Corte d'Assise.

Agli atti del processo anche una relazione di un ispettore della polizia penitenziaria che ha rilevato "un'intesa di sguardi" tra Zagaria e sua sorella durante un colloquio del giugno del 2020. Zagaria e la sorella commentano la vicenda relativa al caos sulla scarcerazione di Pasquale Zagaria, parlano di una puntata di "Non è l'Arena" andata in onda la sera precedente. Poi vengono affrontate questioni prevalentemente familiari fino a quando, in un sovrapporsi di voci, avviene qualcosa che insospettisce l'ispettore. Zagaria e sua sorella si avvicinano al vetro. C'è un'intesa di sguardi, frasi pronunciate sottovoce che generano più di qualche sospetto. 

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