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Cronaca Casal di Principe

Appalti al Cira, scarcerato l'imprenditore Orsi: nessun favore ai Casalesi

Il Riesame annulla parzialmente l'ordinanza e dispone i domiciliari fuori regione. Revoca dell'obbligo di dimora per il figlio

Esclusa l'aggravante mafiosa per tutte le imputazioni, cade anche l'accusa di turbativa d'asta. La dodicesima sezione del Riesame ha annullato parzialmente l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Sergio Orsi - coinvolto nell'inchiesta sulle infiltrazioni della camorra negli appalti al Cira di Capua - disponendo la sostituzione della misura in carcere con quella meno afflittiva dei domiciliari fuori regione per la sola accusa di corruzione. Orsi ha già lasciato il penitenziario dove si trovava recluso dallo scorso 26 aprile. 

I giudici del tribunale della Libertà di Napoli hanno, inoltre, disposto la revoca dell'obbligo di dimora nei confronti di Adolfo Orsi, figlio di Sergio, pure coinvolto nell'inchiesta. Anche nel suo caso è stata annullata l'accusa di turbativa d'asta (unica imputazione nei suoi confronti). Orsi jr è così tornato completamente libero. Padre e figlio sono difesi dagli avvocati Carlo De Stavola e Mario Griffo. 

Secondo la Dda, Sergio Orsi avrebbe promesso ai due incaricati del Cira di seguire gli appalti - Carlo Russo e Vincenzo Filomena - somme di denaro, pari ad una percentuale sulle assegnazioni, invitando alle gare imprese indicate da Orsi ed in questo modo favorendo l'aggiudicazione ad imprese che avrebbero fatto parte del medesimo trust messo in piedi, secondo il teorema dell'Antimafia, dal clan dei Casalesi.

Prima dei due Orsi erano state annullate le ordinanze anche nei confronti di Oreste Fabio Luongo, dell'ex assessore di Trentola Ducenta Amedeo Grassia e di Francesco Pirozzi, quest'ultimo dipendente del Cira. 

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