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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Marcianise

Il boss si dissocia dal clan ma non basta per evitare il carcere duro

Due lettere di Piccolo dal carcere per allontanarsi dai Mazzacane finiscono nel ricorso contro la proroga del 41bis firmata dalla Ministra

"Mi dissocio dalle scelte di vita condotte". E' quanto ha messo nero su bianco in due lettere, inviate alla direzione del carcere di Novara ed alla Dda, Gaetano Piccolo, esponente di spicco del clan Belforte detenuto da 14 anni al carcere duro. Le due missive sono state allegate al ricorso, presentato dal suo legale (l'avvocato Mariano Omarto) al tribunale di Sorveglianza di Roma contro il provvedimento del Ministro della Giustizia Marta Cartabia che lo scorso 13 agosto ha prolungato il regime di detenzione differenziata per Piccolo. 

Due i motivi su cui si fonda il provvedimento della Guardasigilli. Il primo riguarda il fatto che Piccolo non ha iniziato un percorso di collaborazione con la giustizia. Una motivazione che, ad avviso dell'avvocato Omarto, presenterebbe profili di incostituzionalità in quanto lo scorso mese di aprile la Consulta (di cui Cartabia è stata in precedenza anche Presidente) aveva dichiarato incostituzionale l'ergastolo ostativo. "Tale disciplina ostativa, facendo della collaborazione l’unico modo per il condannato di recuperare la libertà, è in contrasto con gli articoli 3 e 27 della Costituzione e con l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo", avevano scritto i giudici della Corte Costituzionale, che si è adeguata ad una precedente sentenza della Corte di Strasburgo che aveva ribadito che: "pur ammettendo che lo Stato possa pretendere la dimostrazione della 'dissociazione' dall’ambiente mafioso", evidenziano "che tale rottura può esprimersi anche in modo diverso" e senza l’automatismo legislativo attualmente vigente, quello della collaborazione con la giustizia". 

In secondo luogo, la Ministra ribadisce l'attuale capacità di Piccolo di riallacciare i rapporti con un sodalizio - quello dei Mazzacane - ritenuto ancora operativo. Un'operatività desunta da recenti ordinanze di custodia cautelare tra cui quelle per i delitti di Raffaele Paolella e Giovan Battista Russo, avvenuti rispettivamente nel 1991 e nel 1997. 

Argomentazioni che ora l'avvocato Omarto proverà a smontare nel suo ricorso al Magistrato di Sorveglianza capitolino con le lettere di dissociazione di Piccolo finite agli atti e con le quali ora i giudici dovranno necessariamente confrontarsi. 

  

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