Appalti alla camorra, chiusa l'inchiesta bis su ex sindaco ed assessori
In dodici rischiano il processo dopo l'indagine della Dda. I lavori offerti in cambio di sostegno elettorale
Chiusura di indagini per l'inchiesta bis della Dda sugli appalti in odore di camorra a Capua.
I pubblici ministeri della Dda Maurizio Giordano e Fabrizio Vanorio hanno notificato agli indagati il provvedimento di conclusione delle indagini preliminari ed ora si preparano a chiedere il giudizio. Rischiano di finire sotto processo: Francesco Zagaria, alias Ciccio e' Brezza, attualmente collaboratore di giustizia; l'imprenditore Domenico Pagano, 59 anni di Trentola Ducenta; i cugini imprenditori Francesco e Giuseppe Verazzo, 61 e 65 anni di Casal di Principe; l'ex sindaco di Capua Carmine Antropoli, insieme agli assessori Marco Ricci e Guido Taglialatela; il dirigente del Comune Francesco Greco; il funzionario di banca Andrea D'Alessandro; Domenico Farina, Alfredo Maria Cenviti e Luca Diana ritenuti essere collaboratori o prestanome di Francesco Zagaria.
Le accuse sono, a vario titolo, di associazione camorristica (Zagaria e Pagano), concorso esterno al clan dei Casalesi (Greco, Farina ed i Verazzo), turbata libertà degli incanti aggravata dalla finalità mafiosa, abuso d'ufficio, corruzione e riciclaggio. Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Mauro Iodice, Giuseppe Stellato, Gerardo Marrocco, Ferdinando Letizia, Giovanni e Michele Cantelli, Marco Campora, Vincenzo Alesci, Domenico Pigrini Emanuele Diana, Emiliano De Ruggiero, Guglielmo Ventrone, Lorenzo Caruso e Vittorio Giaquinto.
L'inchiesta della Dda è scattata in seguito alle dichiarazioni di pentiti di primo piano tra cui Francesco Zagaria, Nicola Panaero e Nicola Schiavone che hanno svelato agli inquirenti il sistema che coinvolgeva tecnici, politici ed imprenditori per affidare appalti a imprese legate al clan, in particolare alle fazioni Zagaria e Schiavone. In particolare è emerso uno spaccato tanto collaudato quanto inquietante con la longa manus del clan che offriva appoggio elettorale ai politici in cambio dei lavori a Capua. Dopo l'indagine, le misure cautelari sono cadute al riesame per tutti gli indagati. Ultimi in ordine di tempo Pagano ed i Verazzo che dopo una prima conferma (annullata dalla Cassazione) sono tornati liberi.