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Cronaca Capua

Appalti alle ditte del clan, processo alle battute finali. Dda replica alle arringhe degli avvocati

L'inchiesta sulle infiltrazioni della camorra a Capua. L'Antimafia ha chiesto la condanna per l'ex sindaco

Volge alle battute finali il processo per le presunte infiltrazioni della camorra a Capua e che si sta celebrando con rito abbreviato dinanzi al gup Fabio Provvisier del tribunale di Napoli. 

Nel corso dell'ultima udienza si sono concluse le arringhe dei difensori degli imputati che hanno provato a scardinare l'impianto accusatorio della Dda. Discussioni a cui seguiranno le repliche del pm Maurizio Giordano prima della sentenza, prevista per l'inizio di giugno. 

Nel corso della sua requisitoria il pubblico ministero ha chiesto 4 anni a testa per l'ex sindaco di Capua Carmine Antropoli, per l'ex assessore Marco Ricci e per l'imprenditore Francesco Zagaria, oggi collaboratore di giustizia. Invocati 6 anni di reclusione per gli imprenditori Francesco e Giuseppe Verazzo, entrambi di Casal di Principe, e ritenuti espressione del gruppo Schiavone a Capua. Tre anni sono stati richiesti per il dirigente comunale Francesco Greco mentre 1 anno è stata la richiesta nei confronti di Luca Diana, ritenuto collaboratore di Ciccio Zagaria. Il pm ha chiesti l'assoluzione per l'altro ex assessore capuano Guido Taglialatela. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Mauro Iodice, Gerardo Marrocco, Marco Campora, Vincenzo Alesci, Domenico Pigrini, Emanuele Diana, Emiliano De Ruggiero, Guglielmo Ventrone e Lorenzo Caruso.

Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione camorristica (Zagaria), concorso esterno al clan dei Casalesi (Greco e i Verazzo), turbata libertà degli incanti aggravata dalla finalità mafiosa, abuso d'ufficio, corruzione e riciclaggio. L'inchiesta della Dda è scattata in seguito alle dichiarazioni di pentiti di primo piano tra cui Francesco Zagaria, Nicola Panaro e Nicola Schiavone che hanno svelato agli inquirenti il sistema che coinvolgeva tecnici, politici ed imprenditori per affidare appalti a imprese legate al clan, in particolare alle fazioni Zagaria e Schiavone. In particolare è emerso uno spaccato tanto collaudato quanto inquietante con la longa manus del clan che offriva appoggio elettorale ai politici in cambio dei lavori a Capua.

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