Brogli elettorali, la presidente si difende: "Politicamente avversaria di Zannini"
Miraglia e Marino rispondono alle domande dei giudici. Il consigliere regionale chiamato a testimoniare
"Ero la coordinatrice di Fratelli d'Italia, politicamente avversaria di Zannini". Così Rachele Miraglia coinvolta nel processo sui presunti brogli avvenuti in un seggio a Mondragone in occasione delle elezioni regionali del 2015 e che avrebbero favorito l'elezione di Giovanni Zannini (non indagato).
Miraglia era presidente del seggio ed è finita a processo insieme a tre scrutatrici. Nel corso del suo esame ha ribadito di essere stata nominata presidente del seggio in sostituzione proprio per la sua esperienza. Secondo quanto riferito ai giudici era già alla sua settima esperienza e per questo venne nominata presidente di seggio. Durante i giorni del voto non si sarebbe mai allontanata dal seggio e tutte le operazioni di spoglio sarebbero avvenute alla presenza dei rappresentanti di lista. Miraglia ha poi evidenziato il suo ruolo politico: "sono coordinatrice cittadina di Fratelli d'Italia", ha detto sottolineando il fatto di essere politicamente 'contro' il consigliere regionale Zannini con il quale comunque si congratulò "perché è del mio stesso territorio".
Si è sottoposta ad esame anche una delle scrutatrici, Vincenza Marino che ha confermato di non aver svolto alcun ruolo durante lo spoglio ma di essersi limitata a registrare gli elettori nell'apposito registro. Entrambe le imputate hanno contestato le modalità con cui si è svolta la perizia grafologica. Sotto processo ci sono inoltre Michela Di Maio e Maddalena Marano.
Si torna in aula a dicembre quando dinanzi ai giudici sfileranno alcuni testimoni delle difese tra cui lo stesso consigliere regionale Zannini. Le imputate sono difese dagli avvocati Marta Ceraldi, Nicola Ucciero, Raffaele e Gaetano Crisileo, Edmondo Caterino e Francesco Lavanga.