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Cronaca Castel Volturno

L'aspirante boss tradito dal genero 'pentito': "Con una figlia neonata non voglio problemi"

Fucci cacciò sua figlia di casa e minacciò con la pistola Piscopo: "Dammi 5mila euro se rivuoi l'auto indietro"

L'imminente paternità, il desiderio di 'non voler avere problemi con la giustizia', il dolore per il ripudio della fidanzata con in braccio la bimba nata da pochi mesi hanno portato ad un punto di frattura tra il genero Giovanni Piscopo ed il suocero Antonio Fucci tanto da spingere il primo a riferire delle condotte illecite di cui si era reso protagonista il secondo anche con la sua partecipazione.

È un ulteriore retroscena dell'inchiesta dei carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone coordinati dalla DDA di Napoli che ha portato all'arresto di Antonio Fucci, dei generi Giovanni Piscopo e Giovanni Arno, di Luigi Marano, Ciro Castaldo e Ciro Piscopo accusati a vario titolo di rapina, estorsione, sequestro di persona con l'aggravante della metodologia mafiosa ponendosi sul territorio di Castel Volturno in 'contrapposizione' con gli affiliati del clan dei Casalesi al fine di affermare lo loro egemonia. La 'missione' di Antonio Fucci era quella di affermarsi sul territorio castellano come nuovo capo di un gruppo che doveva incutere timore nella popolazione avvalendosi della forza di intimidazione per intimorire le vittime senza lesinare uso di armi o della violenza in genere. Una folle missione da compiersi nata a seguito della perdita del figlio Francesco, morto in un incidente stradale di cui apprese che il conducente dell'auto avrebbe assunto stupefacenti (il legale del conducente ci ha riferito che il suo assistito non è mai stato assuntore di droga o alcool come non ha assunto alcuna sostanza il giorno dell’incidente. A dimostrazione di ciò al suo cliente è stato contestato solo il reato di omicidio stradale, senza l'aggravante, atteso che il droga-test e l'alcool-test hanno dato entrambi esito negativo). Da lì il proposito di vendicare la morte del figlio con la gestione delle piazze di spaccio del litorale di Castel Volturno. Un proposito visionario in cui trascinò le persone a lui più vicine: familiari ed amici.

Giovanni Piscopo però a seguito del primo episodio di violenza che si verificò il 13 agosto 2021 ai danni del titolare di un negozio di noleggio bici - reo di aver affrontato i nipotini prediletti di Fucci detentori delle piazze di spaccio al 'Villaggio Coppola' - decise di collaborare con la giustizia spinto anche da un senso di paternità imminente. "I miei rapporti con Fucci si sono deteriorati nell'ultimo periodo in quanto io non volevo avere più a che fare con lui e la moglie e soprattutto non volevo avere problemi con la giustizia. A causa di tutto questo io e la mia fidanzata ci siamo allontanati da Castel Volturno stabilendoci in Arzano".

Una previsione profetica quella di Piscopo giacché il 3 febbraio 2022 venne tratto in arresto per detenzione e porto d'arma comune da sparo clandestina in località Ischitella dove erano stati esplosi colpi d'arma da fuoco contro un lido. L'episodio che portò alla repulsione totale per il suocero si verificò dopo la nascita della nipotina di Fucci venuta alla luce nell'agosto 2021.

"Successivamente al parto la mia fidanzata mi chiedeva di poter stare alcuni giorni dai genitori con la bambina. Acconsentivo precisando che non sarei andato. Dopo alcuni giorni la mia ragazza mi contattava invitandomi ad andarla a prendere. Ricordo che era il 26.08.2021 e mi recai a Castel Volturno a bordo dell'autovettura Fiat Panda intestata alla moglie di Fucci ma pagata da me e la mia fidanzata. Appena arrivato in via Parodi il passaggio mi veniva impedito da  quattro uomini e da Antonio Fucci con in mano una pistola 9x21 che mi puntò contro e sotto minaccia armata mi tastava e prelevava 5000 euro in contanti che avevo in tasca. Uno degli uomini  mi fece scendere si mise in auto e la condusse in via Parodi. Alla scena assisteva la mia fidanzata Rita che aveva in braccio nostra figlia di pochi giorni. Fucci lanciava la valigia della figlia fuori la strada come per ripudiarla. Successivamente mi diceva: "Dammi altri 5000 euro se rivuoi la macchina perché io sono il boss e comando tutta la Domiziana. A questo punto contattavo mio padre al fine di farmi venire a prendere e assieme alla mia fidanzata facevamo ritorno ad Arzano. L'evento verificatosi ha fatto scattare in me una totale repulsione nei confronti di Fucci e quindi ho deciso di riferire tutte le condotte illecite dallo stesso perpetrate".

Tradimenti in seno al gruppo di cui non si è macchiato solo il genero Piscopo ma anche altri sodali di cui Fucci stabilmente si avvaleva per compiere i suoi propositi criminali. Un disegno criminale folle che i suoi seguaci hanno ripudiato offrendone agli inquirenti i particolari meccanismi interni.

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