Il fratello di Bidognetti fa ricorso ai giudici per la tv in carcere
Istanza alla Cassazione per il trattamento alla casa circondariale di Voghera: "Solo 9 canali visibili"
Michele Bidognetti, fratello del capoclan Francesco alias Cicciotto 'e Mezzanotte, ricorre in Cassazione per ottenere un risarcimento (una riduzione della pena da scontare o un indennizzo monetario) per il trattamento subito tra il maggio 2016 ed l'ottobre 2017 all'interno del carcere di Voghera.
Bidognetti ha presentato ricorso alla Suprema Corte lamentando la violazione dell'articolo 3 della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, cioè per trattamenti degradanti patiti durante la detenzione. E tra questi trattamenti, oggetto anche di una lettera inoltrata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, c'è anche la limitazione nella fruizione della televisione con appena 9 canali disponibili su disposizione della direzione della casa circondariale nonostante una sentenza della stessa Cassazione che ha sancito che "non ci può essere censura sui canali televisivi". A ciò si aggiungano limitazioni ai colloqui ed alle telefonate.
La Prima Sezione Penale della Cassazione - presieduta dal giudice Bonito - ha ritenuto il ricorso inammissibile in quanto presentato personalmente da Bidognetti, senza l'intermediazione di un legale. Una circostanza "vietata" dalla riforma della giustizia varata dal ministro Orlando nel 2017 e che limita, soprattutto in caso di ricorsi sulle condizioni del regime penitenziario presentati, nella stragrande maggioranza, dai detenuti stessi.
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