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Cronaca Marcianise

Camorra nel plesso residenziale: difesa prova a smontare tesi Dda

Al via le arringhe dei difensori nel processo sulle infiltrazioni dei Belforte al "Centro Vanvitelli"

Al via le arringhe dei difensori nel processo sulle infiltrazioni del clan Belforte nella realizzazione del plesso residenziale "Centro Direzionale Vanvitelli" di Marcianise.

Dinanzi alla Seconda Sezione Penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Loredana Di Girolamo con a latere i giudici Valeria Maisto e Federica Villano, hanno preso la parola gli avvocati Antonello Fabrocile, Paolo Caterino, Nicola Bovienzo, Giovanna Romano, Umberto Elia, Gabriele Amodio, Luigi Trocciola, Carmine Mormonile nell'interesse di Alessandra Tassieri, Angelo Grillo, Fulvio Tartaglione, Claudio Buttone, Angelo Piccolo, Fabio Raucci. Si torna in aula nella prima settimana di maggio per le arringhe degli altri difensori impegnati nella difesa: Giuseppe Stellato, Goffredo Grasso, Nello Sgambato, Mariano Omarto, Luca Viggiano, Giuseppe Foglia, Massimo Trigari nell'interesse di Gennaro Buonanno, Bruno Buttone, Luca Di Fuccia, Luigi Franzese, Pasquale Lombardo, Delia Di Paola, Augusto Di Pascale, Francesco Picone.

Gli imputati vennero coinvolti nel 2014 in una indagine della guardia di finanza coordinata dalla Dda e per gli inquirenti, in un arco temporale dal 1995 al 2010, si sarebbero resi responsabili, a vario titolo, di abusivismo edilizio, riciclaggio, reimpiego di ingentissime somme di denaro tutti aggravati dalla finalità dell'agevolazione del gruppo camorristico Belforte detti "mazzacane". Secondo l'antimafia infatti il clan Belforte avrebbe investito ingenti somme di denaro, riciclando massicce risorse finanziarie frutto delle sue attività criminali. Ad elementi vicini al clan, infatti, sarebbe riconducibile il complesso residenziale "Centro Direzionale Vanvitelli", che sarebbe stato finanziato, inizialmente, direttamente dai capi del clan attraverso l'acquisizione e la demolizione di una vecchia fabbrica dismessa. Su quell'area è sorto il centro costruito anche attraverso illegittime autorizzazioni concesse da tecnici e professionisti compiacenti.

Nel corso della sua requisitoria il pm della Dda ha chiesto 8 condanne invocando per i dirigenti ed i tecnici coinvolti la prescrizione con esclusione dell'aggravante della finalità mafiosa. 

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