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Cronaca Marcianise

Amante del boss uccisa, Belforte e la moglie verso il processo

Il boss voleva riconoscere la figlia avuta con l’amante

La Dda di Napoli ha chiuso le indagini per la scomparsa di Angela Gentile, l’amante del boss marcianisano Domenico Belforte. Per il pm Luigi Landolfi è stata Maria Buttone, moglie del capoclan, la mandante dell’omicidio, mentre il marito ne sarebbe stato esecutore materiale.

Esclusa dal gip Picciotti l’aggravante mafiosa, oltre a negare l’arresto per la vicenda chiesto per entrambi i protagonisti della vicenda dal pm Landolfi: fu infatti la gelosia, senza alcuna ricaduta sul clan Belforte, a far compiere il delitto.

Fondamentale un episodio, come scrive 'Il Mattino': la testimonianza della bambina, ormai diventata donna, che Belforte avrebbe avuto proprio da Angela Gentile e che avrebbe voluto riconoscere una volta uscito dal carcere, nel 1991. Una scelta inaccettabile per Maria Buttone, che iniziò a minacciare la Gentile. E propria la ragazza ricorda una telefonata in cui, rivolgendosi alla Buttone, la madre disse: “Zoccola, non mi fai paura”.

La Gentile scomparve poi il 2 ottobre del 1991, senza lasciare traccia. Dopo aver accompagnato la figlia a scuola non andò mai a riprenderla, mentre i familiari ne denunciarono la scomparsa solo tre giorni dopo. L’allora bambina, che all’epoca aveva 12 anni, venne poi cresciuta dalla famiglia del boss Domenico Belforte e da Maria Buttone.

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