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Cronaca

Batterie dei ripetitori rubate e spedite in Africa: 10 arresti

Dopo un furto nel casertano un gps che ha condotto al porto di Salerno: scoperti 1300 furti per un business da 3 milioni di euro

Dal casertano al porto di Salerno fino all'Africa. Era questo il tragitto delle batterie rubate dai ripetitori della Tim su cui ha fatto luce un'indagine della guardia costiera di Salerno che stamattina ha portato all'esecuzione di 10 misure cautelari agli arresti domiciliari. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione.

Tutto ha inizio 18 mesi fa quando la Tim denuncia il furto delle batterie da un ripetitore installato nel casertano. Stavolta però la compagnia telefonica aveva installato un gps che ha consentito di ritrovare l'accumulatore di energia all'interno di un container nel porto di Salerno, pronto ad essere spedito in Africa. 

Le intercettazioni hanno permesso di svelare un traffico internazionale di batterie. Venivano prima sottratte ai gestori di impianti telefonici e poi piazzate sul mercato africano, attraverso la complicità di canali commerciali. In due anni - 2016 e 2017 - ha subito 1300 furti: danno economico di circa 3 milioni di euro per reintegrare gli accumulatori rubati, indispensabili per il funzionamento delle telecomunicazioni in caso di black out. 

"Era un’attività svolta in maniera professionale da chi era dedito al traffico illecito - spiega la Guardia Costiera, attraverso il comandante Giuseppe Menna a SalernoToday - Sono stati sottratti ottomila accumulatori. Approvvigionavano la telefonia mobile e la mandavano in tilt: sarebbe stato un problema di sicurezza del Paese, perché potevano essere isolati ospedali e forze dell’ordine".
 

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