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Cronaca

Bancarotta Firema: i finanzieri in aula "inguaiano" i Fiore

Una società degli imprenditori acquistava i crediti delle banche per prelevare un immobile da 21 milioni

I crediti delle banche nei confronti della Firema acquistati da una società riconducibile alla famiglia Fiore (titolari proprio della Firema) e riutilizzati per acquistare un immobile dell'azienda del valore di 21 milioni di euro.

E' questa la circostanza emersa nel corso del processo a carico di 15 persone coinvolte nella bancarotta fraudolenta di quello che era un vero colosso di Terra di Lavoro, depredata negli anni fino all'amministrazione giudiziaria. Nel corso del processo, che vede alla sbarra Gianfranco e Roberto Fiore con i dirigenti del gruppo, è stato escusso un perito della Procura ed i militari della guardia di finanza che hanno svolto le indagini sullla vicenda.

Proprio i finanzieri hanno chiarito alcuni aspetti parlando di prelievi "anomali" dal conto in banca della società, acceso presso la Credem di Napoli, e che venivano annotati in bilancio alla voce "altri crediti". In altre parole la Firema era creditrice e debitrice di sè stessa. I militari hanno anche riferito di fatture emesse in favore di ditte, tra cui la Bagnoli Cremasco, per operazioni inesistenti.

Infine gran parte dell'escussione è stata relativa alle transazioni della Gmr, società riconducibile sempre ai Fiore, che avrebbe acquistato dal centro bancario i crediti delle banche nei confronti di Firema. Crediti che sono poi serviti per l'acquisto di un immobile a Bologna dal valore di 21 milioni di euro. La stessa Firema avrebbe partecipato all'acquisto del bene di sua proprietà con un prestito da un milione e 400mila euro in favore di Gmr per il pagamento di un credito vantato da Banca Intesa.

"Senza il prestito di Firema - hanno concluso i finanzieri - la Gmr non avrebbe potuto acquistare i crediti e quindi acquisire l'immobile". Il collegio ha acquisito anche l'informativa della guardia di finanza relativa le utenze telefoniche ed i relativi intestatari alla base delle intercettazioni che dovranno entrare nel fascicolo processuale. Il processo è stato dunque rinviato alla metà del mese.

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