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Incendia auto ad imprenditore per farsi pagare un debito di 5mila euro

Sentenza definitiva per un 55enne casertano per estorsione

Un 55enne di Caserta è stato condannato con sentenza definitiva per l’incendio di un’automobile e le minacce ai danni di un’altra persona per costringerlo a saldare un debito di circa 5mila euro che aveva. L’avvocato di Gennaro D.A. ha presentato ricorso in Cassazione dopo la condanna per tentata estorsione ma i giudici l’hanno respinta. In particolare il legale ha tentato di far derubricare l’imputazione in esercizio arbitrario delle proprie ragioni ma gli ermellini non hanno accolto la richiesta.

“All'esito delle indagini - scrivono nelle motivazioni - è emerso che la vittima era in effetti debitore per la somma di 5.100,00 euro, oggetto della richiesta con modalità violente e minacciose. Tale somma era il corrispettivo di una prestazione fornita dal ricorrente all'azienda della persona offesa e, sotto tale profilo, la pretesa dell’imputato è da ritenersi legittima. In relazione alla somma, e fino ad una maggiore concorrenza, però, la vittima, in qualità di terzo pignorato, così come il debitore, avevano ricevuto la notifica di pignoramento presso terzi a favore di un altro creditore dell’imputato. A seguito di tale notifica la somma di 5.100,00 euro non poteva più essere direttamente versata all’imputato. La circostanza che la vittima avesse ricevuto la notifica di un pignoramento presso terzi proprio da un creditore dello stesso imputato, infatti, rendeva per lo stesso indisponibile ogni credito da questo vantato nei sui confronti. In tale contesto, pertanto, il credito del ricorrente, pure legittimo, non era esigibile ed l’imputato non avrebbe potuto rivolgersi al giudice civile per ottenerne il pagamento, di talché il ricorso alla violenza o minaccia, in difetto dei presupposti richiesti dalla norma, non configura la fattispecie dell’esercizio arbitrario delle proprie ragioni ma il reato di estorsione”.

Per questo motivo i giudici della Cassazione hanno respinto il ricorso confermando la condanna ad un anno ed otto mesi per l'imputato casertano.

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