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Cronaca Casal di Principe

Assoluzione per il boss Cicciariello e suo figlio

I giudici li hanno prosciolti dall'accusa di intestazione fittizia di beni. Atti in Procura per Luigi Schiavone per l'ipotesi di riciclaggio

Assoluzione per Francesco Schiavone Cicciariello, boss dei Casalesi e cugino omonimo del capoclan Francesco Sandokan, e per suo figlio Luigi Schiavone, entrambi accusati di intestazione fittizia di beni con l'aggravante mafiosa. Atti nuovamente in Procura per valutare eventuali profili penali in ordine ad all'ipotesi di ricettazione per il solo Luigi Schiavone.

Questa la sentenza pronunciata dal collegio presieduto dal giudice Luciana Crisci del tribunale di Santa Maria Capua Vetere al termine di una lunghissima camera di consiglio. I due, difesi dagli avvocati Pasquale Diana e Nando Letizia, erano accusati dell'interposizione fittizia di circa 120mila euro che vennero trovati nella disponibilità di Luigi Schiavone nella sua villa di Casal di Principe. 

Numerose banconote erano nascoste in una rientranza del bagno a cui si accedeva tramite una porta a specchio, altre in un cassetto del comodino di una camera da letto inutilizzata dai coniugi; ulteriori somme sono state rinvenute in una credenza in cucina o nella tasca di un giubbotto di Schiavone oppure sotto il materasso della culla del figlio. Nel corso del blitz la moglie di Schiavone aveva cercato di occultare sotto il pigiama la somma di 40.000 euro. Secondo gli inquirenti quei soldi sarebbero stati riconducibili alle attività criminali del padre Cicciariello, per i giudici estraneo alla vicenda. Nel corso del processo è stato ascoltato dai giudici anche Nicola Schiavone, il figlio di Sandokan diventato collaboratore di giustizia.  


 

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