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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Denunciato dal padre del paziente, assolto primario dell’Unità Operativa di Salute Mentale

L'accusa ipotizzava il reato di lesioni colpose nei confronti del dottor De Mattia

Il padre di un paziente denunzia il medico psichiatra che ha in cura il figlio, ma il giudice assolve il sanitario perché non ravvede alcun profilo di colpa medica, anzi, ritiene che il dirigente medico neuropsichiatra non ha compiuto alcun reato di lesioni colpose e si è attenuto alle linee guida della nuova Legge Gelli in tema di responsabilità professionale.

Questo è capitato al primario dell’Unità Operativa di Salute Mentale ASL CE/2 Distretto 38 di Santa Maria Capua Vetere, Gaetano De Mattia, 55enne di origini napoletane, plurispecialista con un curriculum di tutto rispetto alle spalle, da oltre vent’anni in servizio presso l’Asl sammaritana ed invece da oltre dieci anni dirigente responsabile del Servizio di Neuropsichiatria nell’ambito del Distretto.

Accolte in pieno le tesi del suo legale difensore, l’avvocato Raffaele Gaetano Crisileo che in udienza, attraverso una corposa documentazione sanitaria ed un memoriale prodotto, aveva dimostrata l’estraneità del primario neuropsichiatra rispetto al capo di accusa e ai fatti denunziati da M.A. che aveva ipotizzato, a carico di De Mattia, il grave reato di lesioni colpose nei confronti del figlio in cura.

I fatti risalgono a circa un anno fa, metà luglio 2017, quando il primario psichiatra dell’USM aveva prescritto la somministrazione di psicofarmaci al paziente che gli avrebbero causato, secondo il parere del padre denunziante, molteplici e seri disturbi neurologici. Poi il paziente in trattamento era stato trasferito presso una diversa struttura ed era stato preso in carico per il trattamento dal responsabile medico di quella clinica. Ora il Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale sammaritano, Sergio Enea, ha pienamente sposato la tesi della difesa e della consulenza medico legale e psichiatrica del dottor De Mattia, cosi disattendendo le argomentazioni dell’avvocato Nicola Graziano che rappresentava la persona offesa, che si era peraltro anche costituito in giudizio per il risarcimento dei danni. A questo punto a M.A. non solo non spetta alcun risarcimento danni, ma rischia addirittura di finire sotto processo per calunnia.

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