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Cronaca Teverola

Finisce incubo per la donna accusata dal parroco di maltrattare il figlio di 4 mesi: assolta

Ma da 4 anni vive lontano dal piccolo che è stato anche dichiarato adottabile: chiesto il ricongiungimento tra madre e bambino

Assolta "perché il fatto non sussiste". E' questa la decisione presa dalla Seconda sezione Penale del Tribunale di Napoli Nord, in composizione collegiale e presieduta da Lucia Ferraro, nei confronti di una donna originaria di Aversa ma residente a Teverola, accusata di maltrattamenti nei confronti del figlio di appena 4 mesi. Un reato per il quale è prevista una pena dai 3 ai 7 anni di reclusione.

L'imputata, assistita dall'avvocato Raffaele Oliva, è riuscita a dimostrare la propria innocenza. La donna, nel febbraio del 2019, venne accusata dal parroco di Pascarola, frazione di Caivano (dove l'imputata viveva all'epoca), di maltrattare il figlio di 4 mesi. Venne così privata della responsabilità genitoriale del piccolo, che fu collocato in una casa-famiglia di Maddaloni dai servizi sociali del Comune di Caivano in seguito alla denuncia del parroco.

Dall’ istruttoria dibattimentale è invece emerso che il parroco non conosceva affatto l’imputata e che la sua querela si basasse su un pregiudizio religioso e razziale e su voci di paese poiché l'imputata aveva una relazione con un uomo originario dell'Egitto e di religione musulmana, nonché padre della sua terza figlia.

Durante il processo sono state chiamate a testimoniare anche le assistenti sociali del Comune di Caivano che, all'epoca, collocarono il bambino nella casa-famiglia: queste hanno smentito segni di violenza sul neonato al momento del loro intervento e hanno giustificato la predisposizione dell’allontanamento del bambino per una semplice percezione di luogo non idoneo  alla crescita infantile, senza riportare alcun elemento preciso. Tutto ciò ha comportato la separazione tra madre e figlio che dura da più di quattro anni. Infatti il Tribunale per i minorenni di Napoli, senza attendere l’esito del processo penale, ha dichiaro adottabile il bambino. Una sentenza appellata dall’avvocato Raffaele Oliva proprio in attesa di assoluzione nel processo penale di Napoli Nord.

"Giustizia è fatta ma siamo a metà del percorso, andremo fino in fondo per poter riportare il bambino tra le braccia della madre naturale, la quale è stata vittima di pregiudizi razziali e religiosi e per gli stessi motivi privata del suo ruolo di madre. È già pendente il ricorso presso la Corte d’Appello di Napoli, sezione minorenni. Alla Corte produrremmo la sentenza di assoluzione del Tribunale penale di Napoli Nord e chiederemo l’annullamento dello stato di adottabilità del bambino e che lo stesso torni dalla madre naturale che ha riscattato se stessa dall’enorme ingiustizia subita. Inoltre rifletteremo su una richiesta di risarcimento danni morali ed economici nei confronti del parroco querelante e dello stesso Comune di Caivano che, in via cautelare, nel 2019 allontanò il neonato dalla madre senza alcun valido motivo".

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