rotate-mobile
Cronaca Casapulla

La Procura vuole pene più severe per le maestre 'violente'

In primo grado le 3 imputate rimediarono pene tra i 2 anni e 8 mesi e i 3 anni e 4 mesi: per il procuratore sono troppo lievi

La Procura di Santa Maria Capua Vetere fa ricorso contro le tre insegnanti dell'istituto scolastico 'Piccole Pesti' di Casapulla accusate di maltrattamenti nei confronti dei piccoli alunni loro affidati. Aumento di pena e riconoscimento dell'aggravante specifica prevista nei reati compiuti contro minori all'interno di istituti di istruzione. Sono questi i motivi impugnati dal Procuratore Facente Funzioni Carmine Renzulli della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha proposto appello avverso la sentenza emessa dal gup Pasquale D'Angelo del tribunale di Santa Maria Capua Vetere il 16 dicembre 2022 all'esito di giudizio svoltosi con rito abbreviato nel processo a carico di Francesca Merola, Anna Lucia Spina e Valeria Eliseo condannate a 3 anni e 4 mesi di reclusione (Merola) e a 2 anni e 8 mesi di reclusione (Spina e Eliseo) poiché ritenute responsabili di maltrattamenti.

Per la Procura sammaritana c'è stata una errata determinazione della pena in virtù del mancato aumento previsto per legge in caso in cui vengono compiute più condotte delittuose in danni di minori.Alle imputate era stato infatti contestato il delitto di maltrattamenti commesso in danno di  alunni minori senza considerare che le condotte erano state molteplici e compiute nei confronti di più soggetti tanto da applicarsi l'aumento di pena. Il gup invece ha considerato la condotta delittuosa come unica senza la considerazione dei molteplici episodi di violenza ai danni dei piccoli alunni. Altro motivo di appello per il Procuratore Renzulli è da ravvisarsi nell'errata esclusione dell'aggravante prevista nei casi in cui i reati vengano commessi da minori all'interno di istituti scolastici. Per la Procura sammaritana " il giudice ha ritenuto insussistente l'aggravante perché assorbita nel delitto di maltrattamenti. La decisione sul punto non è corretta. La norma prevede l'aggravamento della pena qualora il reato sia commesso in danno ad un soggetto minore all'interno di istituti di formazione e trova il suo fondamento nell'esigenza di assicurare una maggiore tutela ai soggetti più deboli e indifesi quali appunto i minori all'interno dei luoghi nei quali si trovano per ragione di istruzione. Quindi prescinde dall'affidamento della parte lesa al soggetto agente previsto dalla fattispecie delittuosa. Non esistendo questo rapporto e questa connotazione della condotta previsti nel reato di maltrattamenti non può operarsi l'assorbimento". La richiesta quindi della Procura di Santa Maria Capua Vetere è quella alla Corte di Appello di Napoli è quella di operare una parziale riforma della sentenza in primo grado impugnata comportante un aumento di pena. Appello, quello del Procuratore F.F.Carmine Renzulli compulsato dai difensori delle costituite parti civili. L'istanza di appello è stata proposta anche dai difensori delle tre imputate - gli avvocati  Giuseppe Stellato,Antonio Treppiccione, Roberto Chignoli- che hanno ribadito lo stato di soggezione e di accentratrice della direttrice Francesca Merola che soggiogava a sé le volontà delle computate Eliseo e Spina , la richiesta di derubricazione del reato da maltrattamenti in abuso dei mezzi di correzione con la considerazione dello status collaborativo di alcune delle imputate.
Le tre imputate sono state ritenute colpevoli di episodi sistematici di violenza psicologica e fisica nonché di gravi omissioni nella cura e nell'assistenza dei piccoli alunni generando in loro un perdurante stato di timore. Condotte cristallizzate dall'attività di indagine dei carabinieri della compagnia di Santa Maria Capua Vetere iniziata nel settembre 2021 fino al febbraio 2022 partita dalla denuncia di un genitore di una piccola alunna. Ciò consentì di disvelare le atrocità che si compivano nel plesso scolastico.
I bimbi anche solo di un anno venivano presi a schiaffi, afferrati per i capelli e per le orecchie gettati a terra o scaraventati dalle brandine. Venivano messi al buio faccia al muro, imboccati a forza con lo stesso cucchiaio per tutti anche tra conati di vomito. Venivano lasciati tra feci ed urina per ore. A carico delle tre insegnanti dell'asilo degli orrori le richieste di condanna formulate dai Sostituti  Procuratori Armando Bosso e Carmen D'Onofrio furono di 3 anni e 4 mesi per Francesca Merola, 2 anni e 4 mesi per Anna Lucia Spina, 1 anno ed 8 mesi per Valeria Eliseo con la concessione delle attenuanti generiche e l'esclusione dell'aggravante di aver commesso i fatti delittuosi contro i minori. Richieste che furono aspramente contestate dai 29 genitori dei 44 bambini costituitisi parti civili con gli avvocati Vincenzo Russo, Gennaro Papale, Luigi Tecchia, Francesco Fabozzi, Carlo De Stavola, Elisabetta Carfora,Domenico Pigrini, Giuseppe Ferrucci, Annamaria Miranda, Emilio Vincenzo, Bruno Moscatiello. Alla Corte di Appello di Napoli spetta il compito di 'scrivere' un nuovo capitolo di una triste vicenda.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La Procura vuole pene più severe per le maestre 'violente'

CasertaNews è in caricamento