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Cronaca Castel Volturno

Camorra, gestivano albergo sequestrato: 3 arresti nel clan dei casalesi

Castel Volturno - "Nella mattinata di ieri, 29 giugno 2010,la Dia di Napoli ha dato esecuzione all' ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalG.I.P., su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della procuradella Repubblica di...

"Nella mattinata di ieri, 29 giugno 2010,la Dia di Napoli ha dato esecuzione all' ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalG.I.P., su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della procuradella Repubblica di Napoli, nei confronti di Francesco BORRATA,cl.1953, del figlio Giuseppe, cl. 1983, di Casal di Principe (CE), e diLuciano MOLFINI , cl. 1946, assicuratore, residente nel quartierenapoletano di Posillipo, ritenuti responsabili di una serie di episodidelittuosi che ruotano intorno alle vicende relative ad una strutturaalberghiera sita in Castelvolturno, sotto amministrazione giudiziariain quanto sequestrata nel 2004 e confiscata nel 2005 dal Tribunale di SantaMaria Capua Vetere – Sezione Applicazione delle Misure di Prevenzione- ritenuta nella disponibilità di BORRATA Francesco, pregiudicato perassociazione mafiosa ("clan dei casalesi"), già sottoposto alla sorveglianzaspeciale con obbligo di soggiorno.
Le approfondite indagini - spiega un comunicato della Procura di Napoli - svolte dalla D.I.A. di Napoli, supportate daservizi di sorveglianza elettronica, hanno accertato che BORRATAFrancesco, utilizzando metodi tipicamente mafiosi, con l'ausilio delfiglio Giuseppe e del MOLFINI, malgrado il provvedimento adottato dalTribunale Sammaritano, ha tentato di assumere la gestione della strutturaconfiscata, nella quale vengono svolti corsi di formazione per il personalemarittimo, minacciando il titolare della società responsabile dei corsi, chedal 2004 ha stipulato un contratto di comodato per la conduzione di unaparte dell'albergo, di danneggiamenti ed azioni lesive qualora non avessecontratto un patto societario clandestino.Tale vicenda ha determinato l'imputazione di tentata estorsione continuata,aggravata dal metodo mafioso.BORRATA Francesco e MOLFINI Luciano sono indagati, inoltre, deldelitto di cui all'art. 12 quinquies l.356/92, per aver fittiziamente attribuitoa prestanome, tra cui alcuni familiari del MOLFINI nei confronti deiquali non è stata emessa misura cautelare, le quote sociali ed il complessoaziendale della società HOTEL KING, struttura alberghiera anch'essasita a Castelvolturno di cui il MOLFINI risultava amministratoreunico, apparentemente non riconducibile al BORRATA, ma da questi, difatto controllata. Attraverso tale struttura alberghiera, il BORRATA avevatentato, con la complicità del MOLFINI, di ottenere dall'amministrazionegiudiziaria la locazione dell'albergo confiscato. Fallito il tentativo, avevatentato di ottenere dall'imprenditore responsabile dei corsi o la cessionedell'affitto o l'acquisizione in forma occulta di una quota della societàaffittuaria.
L'intento del BORRATA era quello di costringere l'imprenditore a stipulareun contratto in base al quale, la struttura alberghiera facente capo alMOLFINI avesse la possibilità di gestire direttamente la predetta strutturasotto amministrazione giudiziaria. Per raggiungere tale scopo, già di per séillecito in quanto volto a vanificare il provvedimento di sequestro e confiscaadottato dal Tribunale sammaritano, il BORRATA minacciava in piùoccasioni l'imprenditore, palesando, più volte, la possibilità di "far saltare inaria" la struttura alberghiera.
Il G.I.P., nella medesima misura cautelare, ha disposto anche il sequestropreventivo dell'hotel KING, eseguito nella mattinata odierna dalla D.I.A. diNapoli con l'ausilio della Guardia di Finanza, Tenenza di Mondragone,che ha collaborato nella fase delle indagini per i relativi accertamenti.Di contorno a tali attività sono emersi, nell'ambito delle indagini, non menogravi comportamenti di natura estorsiva ed usuraria attuati da BORRATAFrancesco e dal figlio in danno dei dipendenti della struttura alberghieraconfiscata.In particolare, i due costringevano sistematicamente, con azionemetodologicamente mafiosa, alcuni dipendenti dell'albergo confiscato aconsegnare loro un terzo dello stipendio (pari ad € 300,00 sulla retribuzionedi €900,00 ad essi corrisposta dall'amministratore giudiziario).E' stato accertato, infatti, che i dipendenti, dopo aver ricevuto l'assegnorelativo alle loro competenze professionali, venivano accompagnati inbanca e, dopo il cambio degli assegni, venivano costretti a consegnare agliindagati parte del proprio stipendio.
Nell'ambito dell'attività svolta, è emersa, infine, una vicenda di naturausuraria di cui si è reso responsabile BORRATA Francesco e che vedecome vittima un altro dipendente della struttura confiscata.In particolare, il BORRATA Francesco, approfittando dello stato dibisogno del dipendente, gli elargiva un prestito a tassi usurari, pretendendola cessione della sua autovettura a fronte del mancato pagamento".

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