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Cronaca Frignano

Chiedevano pizzo a imprenditori di Venezia e Viterbo: arrestati padre e figlio

Frignano - Nella mattinata di ieri, gli agenti della Squadra Mobile di Caserta, diretta dal vice questore Rodolfo Ruperti, ha eseguito ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in data 18 12 u.s. dal gip presso il Tribunale di Napoli nei...

Nella mattinata di ieri, gli agenti della Squadra Mobile di Caserta, diretta dal vice questore Rodolfo Ruperti, ha eseguito ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in data 18 12 u.s. dal gip presso il Tribunale di Napoli nei confronti dei sottonotati pregiudicati del clan dei casalesi: Ciro Montella di anni 62 residente a Frignano, pregiudicato; Salvatore Montella di anni 34, residente a Frignano, figlio del predetto Ciro. I due, in data 26.11 u.s., erano stati tratti in arresto in esecuzione di fermo del pubblico ministero unitamente a Paolo Gallo 73enne residente a Latina, pregiudicato ed a Michele Coppola di 45 anni, casalese da anni residente a Latina, pregiudicato e cognato di Walter Schiavone fratello del capo clan Francesco - "Sandokan".
Successivamente scarcerati in quanto il G.i.p. presso il tribunale di Santa Maria C.V. in data 27.11 non ne aveva convalidato il fermo, sono stati invece colpito dal provvedimento restrittivo eseguito in data odierna e che riguarda i medesimi fatti per i quali erano stati fermati dalla polizia. I suddetti sono infatti ritenuti responsabili di tentata estorsione ai danni di un facoltoso imprenditore edile, originario del casertano, ma residente da molti anni in provincia di Venezia ove e' titolare di una importante impresa edile, e di un possidente originario e residente a Viterbo. Per Coppola e Gallo il Gip di Latina convalido' i provvedimenti di fermo.Dalle indagini (effettuate a Caserta – Latina e Venezia, ove operano personaggi collegati alla potente organizzazione camorristica dei casalesi che vanta diramazioni logistiche in Italia centrale e settentrionale) e' emerso che la richiesta estorsiva in pregiudizio dell'impresa veneta era stata quantificata in 30.000 euro da pagare in 6 rate di 5000 euro. Non era stata ancora definita invece la somma che avrebbe dovuto versare il possidente viterbese.

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