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Cronaca

Arrestato dalla Squadra Mobile fedelisssimo di Setola

Caserta - Nel corso della serata di ieri, mercoledì 2 dicembre, la Squadra Mobile di Caserta ha eseguito un decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, per concorso in associazione di tipo mafioso, nei confronti del...

Nel corso della serata di ieri, mercoledì 2 dicembre, la Squadra Mobile di Caserta ha eseguito un decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, per concorso in associazione di tipo mafioso, nei confronti del pregiudicato Gabriele Brusciano, detto Massimo. Gli viene contestata la partecipazione al clan dei casalesi fazione Bidognetti ed in particolare alla frangia facente capo a Giuseppe Setola.
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Caserta, infatti, hanno consentito di svelare il ruolo fiduciario svolto da Brusciano nell'ambito del gruppo stragista sin dall'inizio delle latitanza di Setola e dall'avvio della strategia terrostica da questi attuata nella seconda meta' del 2008.
Gabriele Brusciano, infatti, aveva fornito un fondamentale supporto logistico al gruppo di fuoco, provvedendo ad individuare alcuni dei covi dove Setola e gli altri latitanti – Giovanni Letizia, Alessandro Cirillo e Oreste Spagnuolo– avevano trovato rifugio, a procurare autovetture e moto utilizzate in alcuni loro omicidi e stragi, procurando l'approvvigionamento delle armi e delle munizioni impiegate. Ad esempio i proiettili cal. 7x62 rinvenuti sui luoghi delle stragi del 18 agosto e del 19 settembre 2008 esplosi dai micidiali mitragliatori kalashnikov imbracciati dai killers e da Setola.
Il ruolo fiduciario svolto da Brusciano e' confermato sopratutto dalla circostanza che egli faceva da autista o staffetta nei vari spostamenti di Setola, in alcuni casi era l'unico a conoscere l'ubicazione dei covi – e provvedeva a mantenere i contatti tra i vari componenti del gruppo di fuoco e gli affiliati del clan Bidognetti attraverso i "pizzinni" in cui erano riportati gli "ordini" di Setola. L'affidabilita' dell'uomo, insospettabile imprenditore - socio insieme al fratello Luigi di un'avviata impresa "la Sider Legno Spa con sede a Napoli – titolare di un porto di armi – e' dimostrata dalla circostanza che la sua affiliazione al clan dei casalesi ed alla frangia Setola - da cui percepiva un regolare "stipendio" - era stata mantenuta segreta da quest'ultimo anche nei confronti dei componenti del gruppo di fuoco che, come testimoniato dal collaboratore di giustizia Oreste Spagnuolo, erano convinti che l'uomo si limitasse a fornire piccoli ed occasionali favori al clan.Giuseppe Setola, come emerso dalle indagini della Squadra Mobile di Caserta, per garantirsi la liberta' durante il lungo periodo di latitanza – tra l'aprile del 2008, data della sua evasione, ed il gennaio 2009, allorche' veniva arrestato a Mignano Montelungo – aveva fatto affidamento su due insospettabili: appunto Gabriele Brusciano e Salvatore Santoro, detto "salvaturiello" arrestato dalla stessa Squadra Mobile di Caserta il 24 ottobre 2008 in esecuzione di fermo emesso dalla Dda di Napoli per associazione di stampo mafioso in relazione al suo favoreggiamento della latitanza di Setola che aveva ospitato in una abitazione nelle disponibilita' della sua famiglia.
Brusciano era gia' stato arrestato per 416 bis in esecuzione di un provvedimento di fermo della Dda Di napoli nell'ottobre del 2008, ma il Tribunale del Riesame aveva annullato la successiva ordinanza si custodia cautelare in carcere emessa dall'ufficio gip in sede di convalida, ritenendo insufficienti gli elementi indiziari raccolti a suo carico. Gli investigatori della polizia, recentemente, hanno fornito ulteriori decisivi elementi che hanno portato alla emissione del nuovo provvedimento restrittivo, in particolare sono stati individuati alcuni veicoli utilizzati dal gruppo di fuoco che erano stati forniti da Brusciano che ne aveva la disponibilita' attraverso delle "teste di legno". In particolare sono state ricostruite le vicende di una moto che Brusciano aveva acquistato tramite un prestanome e che era stata utilizzata in alcuni raid omicidiari e che era stata poi sequestrata in uno dei covi dove furono arrestati il 30 settembre 2008 i latitanti, braccio armato del gruppo, Oreste Spagnuolo, Giovanni Letizia e Alessandro Cirillo.Tali decisive risultanze investigative sono state suffragate dalle dichiarazioni di alcuni importanti collaboratori di giustizia che hanno rivelato la storica contiguita' al clan Bidognetti di alcuni componenti della famiglia Brusciano e del loro ruolo nel riciclaggio dei proventi delle attivita' illecite del clan che venivano investiti nella costituzione di imprese fittizie attraverso le quali venivano realizzate truffe che procuravano ulteriori ingenti guadagni alla organizzazione camorrista.
Anche nei confronti di Gabriele Brusciano e' stata contestata l'aggravante di avere commesso il fatto con finalita' di terrorismo, per l'uso indiscriminato della violenza praticato dal gruppo setola al fine incutere terrore e panico nella collettivita' e riaffermare prepotentemente la propria criminale auttorita' sul territorio.

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