Prima, nei giorni scorsi, il blackout a Capri, sulla cui dinamica, alla luce di alcune voci che circolano al riguardo, ci auguriamo che venga fatta al più presto piena luce, adesso i liquami sversati ad Anacapri, nei pressi della famosa Grotta Azzurra. Certo l'immagine dell'isola di Tiberio, che già è in sofferenza, come tutta la Campania, nell'ambito di un più calo turistico ben evidente, non ne esce affatto bene, anche a livello internazionale, potendo contribuire ad allontanare un turismo d'élite che è stato sempre il fiore all'occhiello dell'isola. E' ora che i pubblici amministratori dell'isola si rimbocchino le maniche e trovino, con le altre amministrazioni competenti, soluzioni adeguate ad annosi, ben noti e mai risolti problemi. L'episodio dei liquami, stando a quanto riportato dalle cronache, testimonierebbe, tra l'altro, che vi sono sull'isola strutture ricettive e case private non allacciate al sistema fognario, che ricorrono, quindi, ai pozzi neri i quali, necessitano, come ben si sa, di espurgo periodico. Ci domandiamo se e come abbiano potuto ottenere il certificato di abitabilità, da parte degli uffici competenti, manufatti, che si trovano in queste condizioni, e se siano stati effettuati, nel tempo, tutti i controlli del caso, per vigilare sul rispetto delle vigenti norme a riguardo. Nel terzo millennio, un fatto del genere è inaccettabile. Mi auguro che l'episodio, che, a mio avviso, non può ritenersi isolato, serva ad aprire un'indagine da parte della Magistratura inquirente, tesa ad individuare tutte le eventuali complicità e connivenze, a partire dall'individuazione di coloro che hanno affidato ala ditta interessata i liquami da smaltire.