17 ARRESTI I pentiti inchiodano Capoluongo. Parla anche il figlio di Sandokan
Diana, amico stretto di Ivanhoe, aveva aperto anche una sala giochi
E' Giacomo Capoluongo, 62 anni, la figura di rilievo che emerge dall'inchiesta del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Caserta guidati dal tenente colonnello Nicola Mirante e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli.
E' lui, secondo quanto hanno raccontato i pentiti Barbato, Misso, Vargas, Lanza ed Orabona, il cassiere del clan dei Casalesi, gruppo Schiavone, colui che gestisce le entrate e le uscite del gruppo criminale, tenendolo in vita. Le indagini, partite nel 2016, hanno evidenziato, anche attraverso le intercettazioni, come imprenditori e commercianti dell'agro aversano fossero costretti a pagare le estorsioni al clan dei Casalesi, soprattutto sotto le canoniche festività. Alcuni di loro, messi davanti alle prove degli inquirenti, hanno ammesso di aver effettuato pagamenti; altri, invece, si sono mostrati reticenti, a dimostrazione di come il clan camorristico incuta ancora timore.
Nelle pagine dell'ordinanza cautelare a carico delle 17 persone arrestate stamane, spuntano anche le dichiarazioni del pentito più famoso del gruppo, Nicola Schiavone, che ha potuto confermare un quadro già chiaro che era emerso dalle indagini e che ha toccato anche gli amici stretti del fratello Ivanhoe, come Oreste Diana, che è accusato anche per intestazione fittizia di beni relativamnete ad una sala giochi (poi chiusa) a Trentola Ducenta.