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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Villa di Briano

Terrore in casa: picchiata insieme al figlio autistico. Due arresti

In manette anche il nipote acquisito della vittima

Terrore in casa: picchiata insieme al figlio autistico per una rapina poi fallita.

I carabinieri hanno chiuso in pochi giorni il cerchio attorno all’efferato colpo tentato nel tardo pomeriggio del 29 settembre scorso a Villa di Briano dove una donna di 84 anni venne sorpresa, mentre era in casa col figlio autistico, da un rapinatore armato di pistola. L’uomo mise l’arma in bocca alla vittima per farsi consegnare soldi e gioielli che aveva in casa; poi, al rifiuto della donna, colpì anche il figlio alla testa col calcio della pistola. La rapina, però, fallì e l’aggressore si allontanò a bordo di una Mercedes guidata da un complice.

A soccorrere le vittime ci pensò un vicino che allertò anche i carabinieri. Le indagini sono state velocissime. Le telecamere presenti lungo le strade hanno permesso di risalire immediatamente alla targa della vettura; i militari hanno così scoperto che era nella disponibilità di una famiglia residente a Lusciano. E qui emerge un altro particolare non da poco: perché uno degli autori della rapina, precisamente il complice che attendeva in auto, era un nipote acquisito della donna, con la quale aveva rotto i rapporti dopo alcune divergenze economiche.

Perquisite le abitazioni dei due indagati, sono stati trovati ulteriori elementi probatori a riscontro delle indagini che hanno portato i due indagati a confessare. Anche se hanno cercato di difendersi dall’accusa più grave di rapina, asserendo che si erano portati a Villa di Briano per commettere un furto e che non sapevano della presenza della donna in casa. Una ricostruzione che non ha convinto il gip del tribunale di Napoli Nord Raffaele Coppola che, nel corso della convalida, ha stabilito che Giuseppe S. (difeso dagli avvocati Giovanni e Michele Cantelli), 36 anni, e Dino C., 40 anni (rappresentato dall’avvocato Gaetano Laiso), dovessero andare in carcere. ‘Fatale’, per loro, l’aver portato la pistola con la quale hanno minacciato mamma e figlio.

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