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Cronaca Marcianise

Rischiano di perdere i 4 figli e minacciano di incendiare la casa famiglia

Arrestato il padre dei bambini, colpita anche la mamma

I Carabinieri della Stazione di Marcianise hanno dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della locale Procura della Repubblica, applicando la misura degli arresti domiciliari nei confronti di Mario Franco Comune, 30 anni, e contestualmente, la misura del divieto di avvicinamento alla parte offesa nei confronti di Orsola Angelino, 28 anni.

I FIGLI AFFIDATI ALLA CASA FAMIGLIA

Le attività di indagine, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e delegate ai Carabinieri della Stazione di Marcianise, hanno consentito di raccogliere un grave compendio indiziario a carico di Comune e Angelino, ai fini della ricostruzione dei comportamenti materiali ascritti ai due indagati ed al movente della loro condotta. È stato in tal modo acclarato che il Tribunale per i minorenni di Napoli, con provvedimento del 1 marzo 2017, aveva disposto nei confronti dei due indagati la sospensione delia potestà genitoriale, affidando contestualmente i loro quattro figli alla "casa famiglia", gestita a Marcianise da M.R.. Ed è nel corso dei colloqui settimanali con i propri figli che gli indagati avrebbero iniziato a minacciare la persona offesa, responsabile appunto della "Casa famiglia".

LA DENUNCIA AI MAGISTRATI

Le minacce venivano prontamente denunciate dalla proprietaria della struttura alla competente autorità giudiziaria ed avevano come effetto l'ennesimo provvedimento del Tribunale per i minorenni di Napoli, che, in data 18 maggio 2018, dichiarava lo stato di adottabilità dei minori.

LE MINACCE

L'indagine, avviata immediatamente nel mese di maggio 2018, ha permesso di appurare che gli indagati Comune Angelino, in concorso fra loro e con condotte reiterate, minacciavano di morte e ulteriori danni fisici la vittima, paventando di incendiare la casa famiglia, nonché prospettando ripercussioni future al figlio nascituro della stessa. Tali condotte, perpetrate tramite numerose chiamate e messaggi con Whatsapp, causavano nella vittima un grave stato d'ansia, ingenerando in lei un fondato timore per l'incolumità propria e delle persone a lei vicine.

I MESSAGGI SU WHATSAPP

La progressione criminosa dei comportamenti minatori dei due indagati poggerebbe sul convincimento maturato negli stessi che i provvedimenti del Tribunale per i Minorenni riguardanti i figli minori fossero da ascrivere alle segnalazioni della responsabile della Casa Famiglia. L'attività di polizia giudiziaria permetteva di accertare le condotte tramite l'analisi dei cellulari in uso agli indagati, all'interno dei quali venivano rinvenute numerose conversazioni Whatsapp recanti minacce e ingiurie all'indirizzo della vittima.

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