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Cronaca Pignataro Maggiore

CAMORRA I commercianti denunciano e sfidano la famiglia del boss

La Dda: "Collaborazione non comune, hanno avuto fiducia nella giustizia"

Non si sono fatti intimorire dal timore concreto di ritorsioni da parte del clan e hanno denunciato i loro aguzzini ai carabinieri, nell’operazione della Dda di Napoli che ha permesso l’arresto di 6 persone ritenute esponenti di vertice del clan Ligato di Pignataro Maggiore.

In manette nel blitz condotto questa mattina dai carabinieri del Reparto Operativo di Caserta e quelli della Compagnia di Capua sono finiti i figli dello storico capo clan Raffaele Ligato (attualmente detenuto in regime di 41bis), Antonio Raffaele Ligato (scarcerato nel dicembre 2015) e la sorella Felicia Ligato, e altri 4 affiliati del sodalizio criminale.

La procura antimafia ha infatti “ringraziato” il coraggio dei commercianti, “che hanno saputo credere nelle istituzioni collaborando alle indagini in maniera determinante”.

Dall’indagine è emerso che il clan, riorganizzatosi dopo l’arresto del boss, imponeva ai commercianti e imprenditori beni come gadget natalizi o materiale di cancelleria, oltre alle “classiche” richieste di somme di denaro durante le festività. Inoltre gli eredi di Ligato hanno tentato di imporre il loro dominio anche sul business dei videopoker e delle slot machine installate negli esercizi commerciali.

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