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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

Le mani del clan anche sui funerali: prezzo fisso a 3mila euro. Minacce ai rivali

Chiesti 3mila euro, poi la metà finiva nelle tasche dei Bidognetti

La creazione di un cartello di imprese nel settore delle onoranze funebri ben attivo dagli anni 80 che consente il sostegno economico alla famiglia Bidognetti; un'estorsione ad un imprenditore che non si è adeguato al cartello del clan realizzata con l'intercessione di un amico dei Casalesi, Oreste Reccia. Ed ancora i malcontenti sulla spartizione delle tangenti tra gli stessi familiari mal gestite da Gianluca Nanà Bidognetti e le minacce ad altri affiliati di 'stare al loro posto' nella riscossione delle tangenti per le onoranze funebri svelate dal pentito Umberto Venosa. Sono i retroscena del racket del caro estinto, florida attività della famiglia Bidognetti in merito al settore delle onoranze funebri emersi dalla maxi inchiesta dei carabinieri del comando provinciale di Caserta coordinata dalla Dda di Napoli sulla riorganizzazione del clan dei Casalesi in particolare delle fazioni Schiavone e Bidognetti che ha portato all'emissione di 37 misure cautelari tra carcere, domiciliari e obblighi di dimora.

Il cartello venne creato da Francesco Bidognetti mediante un accordo risalente agli anni '80. Ciò consentiva che le casse del clan fossero rimpinguate assicurando il mantenimento ai detenuti ed a quelli che fuori rappresentavano il clan. Una garanzia di sopravvivenza per i Bidognetti che ha consentito un introito pari a 7000 euro al mese. Eppure non sono mancati i malcontenti tra i due cognati D'Angelo e Nanà Bidognetti o le rivendicazione di somme maggiori dalla stessa sorella Teresa.

Il sistema ben collaudato del racket del ‘caro estinto’ è stato oggetto delle dichiarazioni del pentito Umberto Venosa che ha riferito: "So che il gruppo Bidognetti, in particolare Katia ancora oggi prende i soldi, dalle pompe funebri settore ancora oggi controllato dalla famiglia Bidognetti”. Ha poi riferito del monito impartito proprio da Katia agli altri membri del clan che “non dovevano girare a chiedere estorsioni nelle zone controllate dal padre Francesco Bidognetti. Era infatti vero che giravamo  per i territori della Domiziana, Villa Literno e limitrofe ma lo facevamo su disposizione di Vincenzo Della Corte che aveva avuto indicazioni da Vincenzo D'Angelo e dal figlio di Michele Bidognetti, Aniello".

Il racket del ‘caro estinto’, secondo quanto emerso dalle risultanze investigative, seguiva uno schema ben preciso: tutti (o quasi) gli imprenditori nel settore delle onoranze funebri dell'agro aversano dovevano praticare un prezzo concordato (formando quindi una sorta di cartello) con il clan in modo che questi possa ricevere una parte dei proventi pari al 50% delle entrate percepite per ogni funerale quasi fosse un socio occulto. Il collettore degli importi è Francesco Ciccio Cerullo (finito nell’indagine della Dda) che è titolare di una sua impresa che opera nel settore 'Filiale Cerullo Ciccio’. Cerullo è anche direttore tecnico del consorzio IFA (Ital Funerali Associate) costituito dagli imprenditori delle ditte delle onoranze funebri dell'Agro Aversano che avevano concordato che ogni funerale non poteva costare meno di 3000 euro. Ad aiutare Cerullo nella sua impresa di collettore per conto del clan subentrano Ernesto Corvino, Giovanni Corvino e V.M. tutti imprenditori del settore che passano una parte delle attività ad altri imprenditori.

Ma l’intesa non coinvolge un altro imprenditore del settore delle onoranze funebri che dà fastidio agli altri concorrenti perché i funerali organizzati dalla sua ditta hanno la modica cifra di 1500. Una 'scortesia' che viene risolta da Cerullo prima con una minaccia al collega previo vantarsi di una amicizia con 'Lino Badoglio’ (ossia Nicola Garofalo) sottolineando: "Tu metti i prezzi bassi perché non paghi la camorra, prima o poi qualcuno te la farà pagare". Una minaccia che poi si tramuta in una visita di Vincenzo D'Angelo presso la ditta dell'imprenditore per richiedere il pagamento della dovuta tangente con il monito di adeguarsi al cartello. Estorsione che il genero di Cicciotto ‘e Mezzanotte compie con l'amico del clan Oreste Reccia. I proventi delle attività estorsive nel settore delle onoranze funebri vengono dati direttamente “alla famiglia di Cicciotto”.

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