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Cronaca

Soldi per gli appalti, funzionario rifiuta la mazzetta e fa scattare l’indagine

Ha trovato mille euro in una cartellina ed ha denunciato. Nel mirino dei carabinieri anche una gara della provincia di Caserta

C’è chi dice ‘no’. E, va detto, non sarà stato per nulla facile. Ma grazie a quel rifiuto i carabinieri sono riusciti a ricostruire il giro di ‘mazzette’ relative ad appalti delle Province di Benevento e Caserta, mettendo ai domiciliari due sindaci (tra cui in presidente della Provincia sannita Antonio Di Maria) ed altre 6 persone (tra cui un 65enne di Casal di Principe, R.P.), mentre per altri 10 indagati è scattato il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione.

Il ‘no’ che ha permesso di aprire la ‘scatola dei regali’ per politici e tecnici al soldo degli imprenditori è quello di un funzionario che ha denunciato di essere stato vittima di corruzione: all’interno di una cartellina ritrovò 1000 euro. Ma non è stato solo. Anche un altro dipendente della Provincia di Benevento ha denunciato le pressioni subite. “Dobbiamo ringraziare i due pubblici ufficiali che hanno ritenuto di denunciare le pressioni subite e hanno rifiutato l’offerta economica ricevuta, pensando di recarsi, uno, dai Carabinieri, e l’altro in Procura per rendere delle dichiarazioni. Possiamo solo ringraziarli per aver onorato il loro mandato” ha dichiarato il procuratore Policastro.

L’indagine, che è durata due anni, ha riguardato appalti nella provincia di Benevento e uno a Caserta. “Abbiamo acquisito, nel tempo, elementi di un’attività che non può essere definita isolata, anzi era sistematica, con parte politica e tecnica insieme” ha aggiunto il procuratore. “Dalle intercettazioni, abbiamo notato che, per lungo periodo la parte tecnica l’ha fatta da padrona per le gare d’appalto ma la parte politica stava reclamando la sua parte. Insomma, abbiamo fotografato un momento di tensione tra i due gruppi che si contendevano il controllo. E proprio questo indica che l’esistenza dell’attività di turbativa non era occasionale, ma c’era una preordinata e sistematica violazione e deviazione della correttezza nell’affidamento degli appalti. Attività che hanno toccato la libera concorrenza del mercato”.

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