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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Sistema Di Muro: coinvolto anche Napolano, sognava di diventare sindaco

Il business dei servizi per i bambini ludobus e babysitting. Appalti in cambio di voti

Biagio Napolano, ai domiciliari da venerdì nella maxi inchiesta sui servizi sociali a Santa Maria Capua Vetere, faceva parte del ben oliato e collaudato "sistema Pirro" per l'affidamento di appalti. Nel mirino degli inquirenti è finito anche il progetto ludobus, affidato al consorzio La Rada, di Giuseppe Cavaliere, per conto della consorziata Attivarci, di cui era presidente proprio Napolano, e di fatto mai svolto ma regolarmente pagato. Merce di scambio per simili favori era il sostegno elettorale alla politica dell'ex sindaco Biagio Maria Di Muro e, nel caso specifico, l'appoggio in termini di voti al candidato alle regionali del PD Stefano Graziano (non indagato e risultato estraneo ai fatti).

NAPOLANO POLITICO. Uno spaccato inquietante quello che emerge dagli atti dell'inchiesta a firma del gip Grammatica. Napolano ha trascorsi in politica. Fu prima candidato alle regionali del 2010, dove ottenne 554 preferenze nella lista di Sel. Poi, nello stesso 2010, fu in corsa alle primarie per il candidato sindaco del centrosinistra a Caserta, vinte poi da Carlo Marino. Infine la candidatura al Senato, nuovamente con Sel, alle Politiche del 2013.

IL BUSINESS DEI BAMBINI. Secondo la tesi della Procura la gara per il progetto "Ludobus e Babysitting" sarebbe stata pilotata per favorire Biagio Napolano. Il 10 settembre 2014 Roberto Pirro, per conto dell'Ambito Territoriale C5, inviava l'invito per l'affidamento della gara, da aggiudicare "in economia secondo l'offerta più vantaggiosa", a tre ditte: La Rada, la Coop. Invento e l'associazione di Promozione Sociale Hares, rispettivamente di Nicola Santoro e Nicola D'Auria, entrambi legati a Roberto Pirro, responsabile dei servizi sociali e coordinatore dell'ufficio d'Ambito Territoriale.

IL SISTEMA PER L'AFFIDAMENTO. La Rada fu l'unica ditta a presentare un'offerta economica aggiudicandosi la gara. Secondo la Procura, però, la gara "era stata gestita da Pirro per finalità di controllo del sistema di gestione degli affidamenti, in modo tale da avere campo libero per il sicuro affidamento del servizio all’unico partecipante (Napolano), nell’ambito di una strategia volta a distribuire i servizi in appalti a determinati soggetti del terzo settore". In altre parole le altre due ditte invitate non avrebbero partecipato consapevolmente. Al riguardo è lo stesso Pirro, intercettato, a spiegare che "Santoro doveva partecipare a tutte le gare e non poteva pretendere di vincerle tutte - scrive il gip Grammatica nell'ordinanza di custodia cautelare - poiché bisognava distribuire gli affidamenti secondo precise logiche".

IL SERVIZIO PAGATO E MAI SVOLTO. Comunque sia, il contratto con la Rada veniva formalizzato nel dicembre 2014. Per il periodo tra dicembre 2014 e febbraio 2015 La Rada ricevette la somma di oltre 10mila euro attestando di aver effettuato il servizio Ludobus in diversi Comuni dell'Ambito Territoriale, cosa di fatto mai accaduta. Gli inquirenti, infatti, hanno sentito a sommarie informazioni i responsabili dei servizi sociali di Curti, Capua, Pignataro Maggiore e Bellona che hanno ammesso di non aver mai sentito parlare del progetto. Circostanza che trova conferma in un'intercettazione telefonica tra Napolano ed un tale Peppe che, riferendosi al servizio di baby sitting, rivela "questo si farà in maniera compiuta e come si deve...l'altro che abbiamo fatto in maniera...come dire...di corsa...è chiaro che mi auguro che non ci chiedano schede o roba da produrre se no....vattela a pesca insomma".

IL BABYSITTING. Quindi il servizio di baby sitteraggio andava fatto. Ma Giuseppe Cavaliere, della Rada, e Biagio Napolano erano in difficoltà a reperire famiglie per far partire il progetto. E allora il servizio veniva erogato anche a chi non aveva i requisiti. "Dei 28 nuclei familiari che hanno beneficiato del servizio - scrive il gip - solo 3 rispondevano ai requisiti di ammissione". Poi prosegue, "Le prestazioni di babysitteraggio venivano erogate dal periodo da aprile a giugno 2015 e le ore complessive oggetto di progetto erano concentrate su 28 nuclei familiari, per il periodo da aprile a giugno 2015. In taluni casi risultano erogate al singolo nucleo familiare più ore di babysitteraggio rispetto a quelle richieste nella istanza di ammissione da parte del medesimo nucleo". Questo per "consentire a Cavaliere e a Napolano - conclude il magistrato - di vedersi riconosciuto lo svolgimento del servizio e di conseguire l’intero valore dell’appalto".

APPALTI PER I VOTI. Tutto questo per favorire le "politiche dimuriane", scrive il giudice. In altre parole lo scopo di tali favori era quello di garantire il sostegno elettorale al sindaco Di Muro o ai candidati da lui appoggiati. Il caso particolare è il sostegno a Stefano Graziano, candidato del PD alle regionali del 2015. In un'intercettazione del marzo 2015 si sente Di Muro che contatta Napolano che subito lo rassicura di aver "fatto il nostro dovere non ti preoccupare". Ma Di Muro chiede chiaramente: "vedi anche sugli altri comuni se riesci a smuovere un'altra decina di voti ... una decina di persone". Una richiesta senza mezzi termini.

Nel mese di maggio, invece, è Napolano ad inviare un sms a Di Muro in cui scrive: "Ciao sindaco, ti scrivo per dirti che purtroppo domani sera non potro essere all inaugurazione del comitato di stefano, parto stanotte alle 4 per lavoro. Cmq sto lavorando anch’io per Stefano e farò qualche telefonata x far venire qualcuno. Un abbraccio". Una matrice politico-elettorale che si riversava anche nella selezione delle operatrici per il progetto di babysitting. In un'intercettazione telefonica con una tale Giovanna è lo stesso Napolano a sottolienare come "l'unico elemento valutativo è politico".

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