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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca

Il sindaco arrestato risponde al giudice. Scelte diverse per i 2 indagati del Comune di Caserta

Raiano nega gli addebiti così come Iovino. D'Auria non parla, Cardone rende dichiarazioni spontanee

Sono continuati questa mattina gli interrogatori delle persone coinvolte nella inchiesta della Direzione distrettuale antimafia sugli appalti truccati nei comuni di Caserta, Aversa, Curti, Lusciano. Prima di Natale era stato già interrogato il manager di Sant’Arpino, Carlo Savoia, considerato dagli inquirenti il “perno” dell’inchiesta, che è accusato anche di essere stato “sostenuto” dal clan dei Casalesi.

Oggi è stato il turno del sindaco di Curti Antonio Raiano che ha deciso di rispondere alle domande nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è tenuto questa mattina davanti al gip del tribunale di Napoli Iaselli (che ha sostituito il giudice titolare che era in ferie) ed al pubblico ministero della Dda Vanorio. Raiano, accompagnato dall’avvocato Gennaro Iannotti, ha risposto alle domande, respingendo al mittente ogni addebito. Stesso discorso anche per l’ex dirigente del Comune di Caserta Marcello Iovino.

Ha scelto, invece, di non rispondere alle domande Gennaro Cardone, rappresentato dall’avvocato Raffaele Costanzo, e considerato dagli inquirenti il braccio destro del manager Carlo Savoia (finito in carcere) nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti truccati. Cardone ha voluto comunque rilasciare una dichiarazione spontanea nella quale ha specificato il proprio ruolo all’interno dell’azienda Xeco, in particolare sulla gestione delle offerte per i bandi di gara. La strada del silenzio è stata scelta anche dall’altro dipendente del Comune di Caserta Pippo D’Auria, rappresentato dall’avvocato Alberto Martucci.

I reati ipotizzati dalla Dda, a vario titolo, sono turbata libertà degli incanti, turbata libertà dei procedimenti di scelta del contraente, falsità in atti pubblici (in particolare di verbali di nomina di Commissioni giudicatrici di gare) ed attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti. Secondo quanto emerso dalle indagini, esisterebbe "un sistema collaudato, con ruoli ben definiti e metodologie ormai rodate in anni di attività, creato allo scopo di ottenere bandi di gara di comodo e ritagliati sulle esigenze privatistiche degli imprenditori coinvolti nel settore della raccolta, gestione e smaltimento dei rifiuti urbani, in relazione ad appalti anche di centinaia di milioni di euro".

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