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Appalti e camorra, assolto l'imprenditore Malinconico

L'assoluzione è giunta a seguito dell'evidenza che l'imprenditore rivestisse più un ruolo da 'vittima' che di 'amico' all'interno dell'organizzazione camorristica

Assolto Giovanni Malinconico imprenditore edile 70enne di Ailano coinvolto nell'inchiesta della Dda di Napoli sugli appalti in odore di camorra nel comune di Villa Literno. È quanto disposto dalla Quarta Sezione della Corte di Appello di Napoli dopo l'annullamento con rinvio disposto dalla Corte di Cassazione a seguito dell'accoglimento del ricorso presentato dai legali dell'imprenditore, gli avvocati Giuseppe Stellato ed Ernesto De Angelis.

Giovanni Malinconico, insieme ad altre 8 persone tra cui l'ex sindaco di Villa Literno nonché ex consigliere regionale in quota PD Enrico Fabozzi, l'ex consigliere Nicola Caiazzo,gli imprenditori germani Pasquale e Giuseppe Mastrominico e l'imprenditore del clan Nicola Ferraro, venne coinvolto nel 2011 nell'inchiesta dei magistrati antimafia volta a riscontrare l'esistenza di un patto criminale tra il clan dei Casalesi, in particolare la fazione Bidognetti, e l'ex primo cittadino liternese Fabozzi, con la mediazione di Nicola Ferraro, mirato a garantire al clan dei Casalesi il controllo e la gestione degli appalti e delle risorse pubbliche in cambio di voti, tornaconti personali, economici ed elettorali.

Le accuse a vario titolo furono per riciclaggio, concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio, corruzione, turbativa d'asta, tutti aggravati dall'agevolazione mafiosa. Grazie al patto criminale il gruppo di Bidognetti si garantì il controllo degli appalti a monte nel comune di Villa Literno. Dalla dichiarazione di pentiti, quali Anna Carrino, Massimo Iovine, Tammaro Diana, emerse come gli imprenditori, accordandosi con gli esponenti del clan in particolare facenti capo a Domenico Bidognetti, ricevevano dagli stessi un appoggio costante per l'assegnazione delle gare d'appalto e di commesse pubbliche, ottenendo così un sostegno mirato alla loro affermazione imprenditoriale.

Malinconico venne indicato come 'amico' del clan dei Casalesi per gli inquirenti. Venne condannato in primo grado a 6 anni di reclusione; in secondo grado a 4 anni e 5 mesi. L'assoluzione è giunta a seguito dell'evidenza che l'imprenditore rivestisse più un ruolo da 'vittima' che di 'amico' all'interno dell'organizzazione camorristica.

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