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Lunedì, 11 Dicembre 2023
Cronaca Casal di Principe

Appalti ai Casalesi, 'no' della Cassazione al trasloco del processo

La Suprema Corte conferma la competenza territoriale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere

Il processo sulle infiltrazioni del clan dei Casalesi negli appalti delle Ferrovie dello Stato che si sta celebrando dinanzi la Terza Sezione Penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere presieduta dal giudice Giuseppe Meccariello, rimane di competenza del tribunale sammaritano. 

Dopo che le difese hanno eccepito questioni preliminari in merito alla competenza territoriale il presidente del collegio ha sciolto la sua riserva disponendo la trasmissione degli atti presso la Corte di Cassazione per decidere sulle questioni preliminari concernenti la competenza territoriale. La Suprema Corte si è pronunciata dichiarando inammissibile la questione. Si torna in aula nel mese di ottobre per l’inizio dell’istruttoria dibattimentale.

Sono 59 le persone rinviate a giudizio (in 9 hanno scelto il rito abbreviato) nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti Rfi affidati a ditte legate al clan dei Casalesi. Sono finiti sotto processo Bernardo Apicella; Pietro Apicella; Vincenzo Apicella; Konstandina Ekaterini Balanos Balanau; Luigi Belardo; Pierfrancesco Bellotti; Vincenzo Bove; Giuseppe Buonvino; Vincenzo Calà; Carmelo Caldieri; Stefania Caldieri; Vincenzo Caldieri; Daniela Coppola; Nicola D'Alessandro; Crescenzo De Vito; Simone Del Dottore; Umberto Di Gennaro; Gennaro Diana; Giancarlo Diana; Luigi Diana; Mario Diana; Salvatore Diana; Vincenzo Diana; Mattia Errico; Marco Falco; Ciro Ferone; Francesca Filosa; Mario Filosa; Luca Fontana; Giuseppe Fusco; Paolo Grassi; Massimo Iorani; Leonardo Letizia; Leonardo Loiacono; Luciano Loiacono; Angelo Massaro; Luigi Palma; Fioravante Palmese; Raffaele Palmese; Carlo Pennino; Antonio Petrillo; Luigi Petrillo; Claudio Puocci; Giuseppe Russo; Fabio Salzillo; Francesco Salzillo; Debora Scacco; Luigi Scalzone; Luigi Schiavone; Nicola Schiavone detto 'o Munaciello; Vincenzo Schiavone detto 'o Trick; Sabina Visone; Fioravante Zara; Mario Zara; Caterina Coppola; Francesco Chianese; Matteo Casertano; Giuseppe Febbraio.

Le accuse vanno a vario titolo dall'associazione a delinquere di tipo mafioso, all'estorsione, intestazione fittizia di beni, turbativa d'asta, corruzione, riciclaggio con l'aggravante della metodologia mafiosa ma anche rivelazione di atti coperti dal segreto delle indagini. Tre i filoni d'inchiesta finiti al centro dell'indagine della Dda di Napoli e della Dia. Uno riguarda le figure di Nicola e Vincenzo Schiavone. Per gli inquirenti, Nicola Schiavone - padrino di battesimo dell'omonimo figlio di Sandokan - sarebbe cresciuto da un punto di vista imprenditoriale grazie ad un patto stretto con il capoclan dei Casalesi. "Ha usato il lievito madre" di Sandokan, per dirla con le parole della moglie del boss Giuseppina Nappa. E gli affari sono cresciuti al punto che gli Schiavone sarebbero stati di casa nel palazzo di Rfi a Roma dove avrebbero ottenuto commesse in cambio di mazzette e regali, come la vacanza di lusso in costiera offerta all'ex dirigente Rfi Massimo Iorani.

Nel collegio difensivo, tra gli avvocati impegnati, Giovanni Esposito Fariello, Umberto Del Basso De Caro, Mirella Baldascino, Alfonso Furgiuele, Mario Griffo, Carlo De Stavola, Angelo Raucci, Antonio Ciliberti, Claudio Botti, Mauro Valentino, Ferdinando Letizia, Pasquale Diana, Giuseppe Stellato, Alessandro Ongaro, Antonio Cardillo, Domenico Caiazza, Fabio Segreti, Maddalena Russo, Gianluca Giordano, Carmine Speranza, Alfonso Quarto,Emilio Martino, Lia Colizzi, Carlo Madonna, Vincenzo Maiello, Lucio Cricrì, Michele Riggi.

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