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Cronaca

Annulla la sua identità per 20 anni, chiede aiuto su Facebook e fa condannare il marito

La vittima costretta a rinnegare le sue origini casertane e la propria famiglia. Salvata dalle figlie che attraverso i social scoprono i parenti della mamma

"Tu sei nata con me". Così per assecondare il marito ha annullato la propria identità e le sue origini casertane per una ventina d'anni. Nei giorni scorsi per la donna è arrivata la giustizia. I giudici del tribunale di Trani hanno condannato per maltrattamenti in famiglia il marito, M.S., alla pena di 4 anni di reclusione.

Una storia assurda quella vissuta da S.A., donna di Caserta. Già dai tempi del fidanzamento il marito l'avrebbe costretta ad annullarsi, impedendole di frequentare la propria famiglia di origine, evitando addirittura che partecipasse ai funerali del padre, ed imponendole di rivelare alle figlie l'esistenza dei suoi parenti. Per assecondare le paranoie del marito la donna sarebbe stata costretta a mentire dicendo di essere nata in Puglia, di non avere parenti e persino mentendo sulla sua vera età.

Non solo. La vittima era costretta all'isolamento, non potendo uscire da sola o frequentare amiche. Un clima di terrore, che viveva insieme alle figlie, fatto di insulti, vessazioni e costanti prevaricazioni. Una violenza psicologica che si sommava a quella fisica, con botte con la cintura e tentativi di soffocamento con un cuscino. Violenze iniziate addirittura prima del matrimonio. 

Un menage familiare particolarmente penoso che è finito alla fine del 2019. Le figlie della donna, ormai ventenni, attraverso Facebook hanno trovato i loro parenti a Caserta. A loro hanno raccontato l'incubo in cui vivevano da anni. Così sono fuggite alla volta del Capoluogo di Terra di Lavoro. Qui hanno chiesto aiuto alla Questura ed al centro antiviolenza Spazio Donna. Qui hanno trovato il coraggio di denunciare quei soprusi che andavano avanti da tanto, troppo, tempo. 

Nei giorni scorsi la sentenza. Il giudice, condividendo le tesi del difensore della donna, l'avvocato Martina Piscitelli, ha inflitto al marito 'orco' una pena esemplare: 4 anni di carcere. Alla donna vittima delle violenze è stato riconosciuto un risarcimento per i danni patiti che verrà quantificato in sede civile. 

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