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Cronaca

Malati per amianto, prescrizione 'salva' i manager Firema da accusa di lesioni

Almeno 80 gli operai che si sono ammalati per esposizione alle fibre. Processo va avanti per omicidio colposo

Si procede ma solo in relazione al reato di omicidio colposo. Cala il sipario, invece, sull'accusa di lesioni colpose. 

E' quanto accaduto nel corso dell'udienza celebrata al tribunale di Santa Maria Capua Vetere a carico dei vertici della Firema accusati delle morti e delle malattie degli operai causate dall'esposizione all'amianto. Il giudice Riello, infatti, ha disposto lo stralcio in relazione alle imputazioni di lesioni, con almeno un'ottantina di lavoratori che si sono ammalati con la dichiarazione della prescrizione. Resta in piedi, però, il processo per l'omicidio colposo di altri 19 lavoratori. Si torna in aula a giugno quando cominceranno le prime testimonianze. 

Imputati gli ex amministratori delegati dell’azienda Mario Fiore e Giovanni Fiore, insieme agli altri ex dirigenti Enzo Ianuario, Maurizio Russo, Giovanni Iardino, Giuseppe Ricci e Carlo Regazzoni. Tutti erano usciti indenni, per prescrizione o assoluzione, dal primo processo, in cui la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere aveva contestato il reato più lieve di rimozione e omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.

Poi il pm Giacomo Urbano ha aperto una seconda indagine, contestando però l’omicidio colposo; una strategia che ricorda quella seguita dalla Procura della Repubblica di Torino in relazione alla vicenda dell’Eternit, dove il proprietario dell’azienda, l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, era stato salvato in Cassazione dalla prescrizione dopo essere stato condannato in primo e secondo grado a 16 e 18 anni per disastro colposo in relazione a decine di decessi per amianto; l’ufficio inquirente aveva cosi’ deciso di aprire un nuovo fascicolo a carico di Schmidheiny per omicidio doloso (poi derubricato in delitto colposo), sfruttando anche la sentenza della Corte Costituzionale del luglio 2016, che aveva dichiarato l’imprenditore processabile nuovamente nonostante la condotta fosse la stessa, e cio’ senza che venisse violato il principio giuridico del “ne bis in idem”.

Molti lavoratori o loro eredi e la Cgil si sono costituiti parti civili con gli avvocati Domenico Cannavacciuolo e Sergio Tessitore. Nel collegio difensivo, invece, sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Giuseppe Stellato e Gennaro Ciero. 

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