Detenuto picchia agenti con uno sgabello: uno finisce in ospedale

Tre agenti aggrediti di cui uno finito in ospedale. Non si ferma l'escalation di violenza all'interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere dove un detenuto si è scagliato contro i poliziotti penitenziari colpendoli con uno sgabello.

L'episodio, denunciato puntualmente dal Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), si è verificato nella mattinata di martedì, proprio quando nell'aula bunker accanto alla casa circondariale "Francesco Uccella" era in corso l'udienza preliminare ai 108 agenti accusati delle torture all'interno del penitenziario durante "l'orribile mattanza" - così l'aveva definita il gip Sergio Enea del tribunale di Santa Maria Capua Vetere - del 6 aprile del 2020. 

"Quel che è accaduto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, con la violenta aggressione a un poliziotto - spiega Donato Capece, segretario generale del Sappe - ha riportato alla ribalta le difficoltà della struttura detentiva e delle gravi condizioni operative nelle quali lavora ogni giorno il personale di Polizia Penitenziaria. Ieri mattina - racconta Capece - nel Reparto Nilo un detenuto italiano categoria comune, all'atto di effettuare una videochiamata, ha aggredito tre agenti con uno sgabello e uno dei colleghi è finito in ospedale con una prognosi di 8 giorni. E' solamente grazie ai poliziotti - aggiunge il sindacalista degli agenti - se la situazione non degenera".

Il Sappe torna a denunciare "le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano le unità di Polizia Penitenziaria in servizio in Campania: agenti che sono sotto organico, non retribuiti degnamente, con poca formazione e aggiornamento professionale, impiegati in servizi quotidiani ben oltre le 9 ore di servizio, senza alcuno strumento idoneo a garantire la loro stessa incolumità fisica. Io credo che si debba con urgenza insediare al Ministero della Giustizia un tavolo operativo per trovare idonee ed urgenti soluzioni ai problemi penitenziari" conclude Capece.