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Cronaca

Camorra a Caserta, accuse via social per prendere il potere: "Infame, te la fai con le guardie"

Le tensioni interne alle nuove leve dei Della Ventura tra summit e pestaggi. Intervengono anche i big dal carcere

Attacchi a mezzo social per screditare il rivale e prendere la supremazia sulla piazza di spaccio casertana. Messaggi su Instagram e Facebook per "bollare" Michele Maravita, il genero del boss Antonio Della Ventura alias 'o Cuniglio e referente dei Belforte nel Capoluogo, come un "infame" perché "se la fa con le guardie". Un'etichetta che in un ambiente malavitoso come quello smascherato dai carabinieri del nucleo investigativo di Caserta pesa come un macigno. 

I contrasti social dei figli di camorra

Ad architettare il piano sarebbe stato un altro "figlio d'arte" cresciuto nel segno dei Mazzacane: Valerio R.(non indagato in questa inchiesta), figlio di uno storico affiliato al clan Belforte di Marcianise ed imparentato a sua volta proprio con i Della Ventura. La voce comincia a spargersi dopo che Maravita assume alle dipendenze del centro scommesse a lui riconducibile di Casagiove il figlio di un poliziotto. E tanto basta, evidentemente, per accusarlo di essere un informatore della polizia con gli attacchi che circolano sui social da parte di altri familiari di esponenti del sodalizio marcianisano: "infame che se la fa con le guardie" o ancora "meglio morto di fame che infame con tutte le macchine della polizia". Questo il tenore dei post.

Il summit 

Esasperato dagli attacchi sui social Maravita chiede ed ottiene l'organizzazione di un summit presso la sua abitazione convocando i "marcianisani", cioè gli autori dei messaggi ritenuti offensivi. C'è anche chi ha assistito all'incontro e ne parla al telefono rivelando come "A casa di Michele è successo un bordello. Ha mandato a chiamare tutti i marcianisani ... Michele gridava come un pazzo". Maravita ha ribadito in occasione del vertice che la colpa di quelle voci che circolavano sul suo conto è di "quel porco di Valerio". Insomma, i nervi erano tesissimi e sarebbe volato anche qualche schiaffo.

L'aggressione

La risposta non si fa attendere. Le tensioni sfociarono in un'aggressione subita da Michele Maravita all'esterno della sala scommesse a Casagiove ad opera di una persona inviata da Valerio R. "Stava da solo fuori alla sala giochi e lo hanno preso da dietro e dice che domani va dal fratello", commentano nelle intercettazioni gli indagati.

L'intervento dei big

Addirittura per dirimere la questione occorre l'intervento dei pezzi da '90. C'è anche una lettera dal carcere in cui il padre di Valerio R., detenuto e fedelissimo ai Della Ventura, accusa il figlio: "Hai fatto picchiare Michelino ... Mi hai fatto perdere due telefonate per parlare delle tue scempiaggini". Ma anche a Maravita viene consigliato di lasciar perdere Valerio chè è "un infame". La vicenda viene anche trattata nel corso dei colloqui in carcere sia con Antonio Della Ventura sia con sua moglie Concetta Buonocore, ritenuta capo del sodalizio dopo l'arresto del marito. Buonocore, venuta a conoscenza dell'attività di spaccio da parte dell'aggressore del genero, sottolinea: "fammi uscire che lo devo violentare dalla testa ai piedi. Poi voglio vedere dove mi viene a prendere".

Gli indagati

Oltre ai 7 arresti, sono 18 complessivamente le persone indagate dalla Dda nell'ambito dell'inchiesta. Sono indagati Vincenzo Carbone, 47 anni di Caserta; Maxmiliano Carponi, 38 anni di Caserta; Paolo Cinotti, 35 anni di Caserta e ricercato; Pietro Cioffi, alias Chiummino, 54 anni di Caserta; Alfonso D'Itri, 50 anni di Caserta; Maddalena Della Ventura, 33 anni di Caserta, moglie di Maravita e figlia di Antonio Della Ventura e Concetta Buonocore; Pasquale Maio, 24 anni di Caserta; Virginia Scalino, 37 anni di Caserta; Felice Tunisino, 43 anni di Caserta; Antonio Vergone, 30 anni di Caserta; Clemente Vergone, 50 anni di Caserta. 

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