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Incazzati sì, ma con la scheda elettorale in mano. Inondiamoli di responsabilità

Il giornalista, per rendere un buon servizio ai suoi lettori, deve fare essenzialmente due cose: ascoltare e leggere.

In queste settimane di campagna elettorale ho ascoltato e letto tanto. Non sono i politici ed i loro programmi, ma anche, se non soprattutto, i cittadini. Quelli ‘normali’, mi verrebbe da sottolineare.

Li ho ascoltati e li ho letti sui social: devo dire che, al netto dei tifosi degli schieramenti in campo, la situazione, come si dice dalle mie parti, è “drammatica e commovente”.

Drammatica perché la crisi economica si sta facendo sentire a pieno. E fa male. La mattina al bar sento il gestore che si lamenta perché l’elettricità gli è passata da 350 a 1250 euro al mese; la mia pescheria di fiducia ha chiuso per il “caro bollette”; i supermercati iniziano a razionare i frigoriferi per cercare di risparmiare.

I candidati nei collegi casertani alle elezioni politiche

Commovente perché, grazie alla nostra indole da “terroni”, non manca mai la mano pronta ad aiutare. C’è la famiglia, l’amico di vecchia data, il vicino di casa. Persone semplici che capiscono il momento di difficoltà a cui si può andare incontro.

Però è dura, davvero. Perché si sentono addosso i due anni della pandemia e, ora, quando pensavamo che la ripresa economica ci avrebbe fatto ritrovare un’Italia migliore, ecco la guerra, il caro bollette, l’inflazione. E l’ombra di un nuovo aumento della disoccupazione per le attività che saranno costrette a chiudere.

“I fatti non stanno bene”, direbbe un mio collega più saggio di me. Ed allora arrivi quasi a capire la depressione politica che rischia di avvolgere questa tornata elettorale per la scelta dei nuovi parlamentari. L’ipotesi che tra il 30 ed il 40% degli aventi diritto non vada a votare è un incubo. Davvero.

Io capisco la delusione, la rabbia, la voglia di mandare tutti a f…. (“A quel paese”, forse è meglio….). I cittadini, quelli ‘normali’, sono incazzati. E ne hanno ragione. Perché la maggior parte non capisce i movimenti politici, le loro scelte, i loro programmi e, a volte, neanche le loro alleanze.

Sono incazzati e non vogliono votare. Per protesta. Ma questo, amici miei, è l’errore più grande che si possa compiere. Perché la nostra assenza nei seggi è un vantaggio per i politici e per chi verrà eletto. Non sentiranno il peso della responsabilità che dovrebbero avere. Se non ve ne fregate voi del vostro futuro, perché dovrebbero interessarsene di più loro?

Incazzati sì, dunque. Ma con la scheda elettorale in mano. Inondiamoli di responsabilità, facciamogli sentire sul collo il nostro respiro. Andiamo a votare, perché in quella matita c’è tutto il nostro potere.

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