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Martedì, 23 Aprile 2024
Servire non servirsi

Servire non servirsi

A cura di Giuseppe Simeone

Il “Quaderno Rosso” di don Peppe Diana

Nella biblioteca del Seminario di Caserta l’incontro organizzato dal Movimento ecclesiale di impegno culturale

Anni difficili e bui quelli ricordati giovedì pomeriggio. La storia di don Peppe Diana e il suo grande impegno a Casal di Principe sono stati al centro delle testimonianze e dei ricordi dei magistrati Federico Cafiero de Raho, Oscar Bobbio e del Vescovo di Caserta Pietro Lagnese.

Da un lato c’era don Peppino e il suo grande impegno con i ragazzi e gli scout, la passione per la musica e per il Napoli e dall’altro il difficile contesto in cui si viveva a Casale e in provincia di Caserta. Una terra infuocata con una guerra in corso e oltre 353 vittime innocenti in Campania come scritto da Luigi Ferraiuolo nel suo libro “Don Peppe Diana e la caduta di Gomorra”, con l'autore purtroppo non presente all’incontro a causa di un impedimento. Si è raccontato dell’aria che si respirava nel periodo precedente l’assassinio di don Peppino in questa piccola parte della Provincia di Caserta. Basti pensare all’Iraq durante la guerra all’Isis o alla guerra del Golfo dove le vittime tra le forze americane erano poco più di 600.

È il 19 marzo del 1994 e da poco sono passate le 7,20 quando il sacerdote parroco della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe viene ucciso con quattro colpi di pistola mentre si preparava per celebrare la Messa. Ad uccidere don Peppino è Giuseppe Quadrano riconosciuto grazie ad Augusto di Meo, amico del sacerdote.

Anche io, seduto ad ascoltare le testimonianze e i racconti, pensavo fino a ieri di aver conosciuto bene la storia di questo sacerdote attraverso le pagine lette e i documentari visti ma non si smette mai di essere sufficientemente informati sulla vita di don Peppe e della rinascita di questa martoriata terra per troppo tempo abbandonata e nelle mani dei clan. Oggi le cose sono cambiate e tanto è stato fatto sia dallo Stato che dalla società civile ma la criminalità organizzata non è ancora sconfitta. Ecco la necessità di essere sempre presenti e di raccontare l’impegno di don Peppe per contrastare la camorra; raccontare attraverso le pagine dei giornali, nelle scuole, nelle parrocchie e nelle associazioni. Sconfiggere il cancro della malavita è compito di tutti.

Alla fine dell’incontro i presenti hanno firmato il quaderno rosso, una iniziativa di Luigi Ferraiuolo con cui girerà l’Italia per raccogliere le firme per chiedere a Papa Francesco di elevare a Martire il sacerdote ucciso dai Casalesi. All’incontro moderato da Vittorio Pisanti anche una bellissima interpretazione di Massimo Santoro e la memoria delle vittime innocenti di mafia a cura degli studenti della Fondazione Villaggio dei Ragazzi - Don Salvatore D'Angelo diretta da Claudio Petrone e del Liceo Scientifico Nino Cortese di Maddaloni accompagnati dalle docenti Rita Ferrante e Rosanna Lombardi.

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